Argerich & Friends a Ravenna

L’imprendibile pianoforte di Martha Argerich arriva al Festival con alcuni Friends
Palazzo Mauro de Andrè, lunedì 8 luglio ore 21 (in esclusiva per l’Italia)

Nel caleidoscopio di eventi e nell’intreccio di espressioni artistiche che come sempre caratterizza il cartellone di Ravenna Festival, un posto di riguardo spetta sempre al grande repertorio classico e ai suoi interpreti tanto che negli anni, oramai quasi un quarto di secolo, sul suo palcoscenico si sono succeduti tutti i più celebri e prestigiosi solisti. Solo lei mancava all’appello: l’imprendibile Martha Argerich. Un vuoto che si colmerà con il concerto che la straordinaria pianista argentina terrà in esclusiva per l’Italia al Pala de André lunedì 8 luglio (alle 21), insieme a un gruppo di ‘amici’, musicisti di indiscutibile valore come i violinisti Ivry Gitlis, Michael Guttman e Anton Martynov, poi Eduardo Hubert al pianoforte, Lyda Chen-Argerich alla viola, Jorge Bosso al violoncello, Enrico Fagone al contrabbasso e Marcelo Nisinman al bandoneon. Insieme, nel segno di quell’incontro tra anime e stili diversi che da tempo è il tratto distintivo di ogni attesissima apparizione della Argerich.

Il concerto è stato reso possibile dalla preziosa collaborazione di Gruppo Mediaset – Publitalia ‘80.

Martha Argerich da anni ha rinunciato a esibirsi in recital solistici: “Ho grande bisogno di compagnia quando sono su un palcoscenico – ha detto in una fra le rarissime interviste concesse – suonare da sola mi fa sentire isolata, esclusa, ed è una sensazione dura da sopportare”. Suona così con l’orchestra oppure, come in questo caso, in quell’eclettica e mutevole formazione che è il progetto ‘Martha Argerich & Friends’, nato nell’ambito del Festival di Lugano: una diversa formula di ascolto, che non sminuisce l’importanza della grande solista, ma la mette in dialogo con interpreti di nuove generazioni, rompendo dunque il carattere ‘monografico’ del recital e incoraggiando l’attenzione verso nuove espressioni e nuovi autori.

La vicenda biografia e artistica di Martha Argerich è oramai entrata nel mito: nata a Buenos Aires, inizia gli studi con la madre, insegnante di pianoforte. Dai 5 ai 15 anni si forma con il pianista crotonese Vincenzo Scaramuzza, che si accorge subito di avere ‘fra le mani’ una enfant prodige. Infatti Martha debutta a 8 anni, con il ‘Concerto per pianoforte e orchestra n. 1 in do maggiore Op. 15’ di Ludwig van Beethoven. Quando nel 1955 la sua famiglia da Buenos Aires si trasferisce in Europa, la quattordicenne Martha studia con il geniale e ribelle Friedrich Gulda, per poi entrare in contatto con una serie straordinaria di insegnanti, da Stefan Askenase a Nikita Magalov, e sbalordire già due anni dopo la giuria del Concorso ‘Busoni’, a poche settimane di distanza dal successo al Concorso di Ginevra. La consacrazione arriva nel 1965, con l’affermazione clamorosa allo ‘Chopin’ di Varsavia. Da quel momento Martha entra nella leggenda: per la tormentata vita sentimentale, per l’intramontabile bellezza zingaresca che nemmeno la soglia dei 70 anni ha saputo scalfire, per l’indole capricciosa (temutissime le sue ricorrenti cancellazioni di concerti), ma soprattutto per la personalità e il temperamento unici, per quell’insieme di brillantezza, comunicativa, eleganza, senso poetico, umorismo, genialità che attraversano ogni suo gesto interpretativo.
Il segreto di Martha pare sia lo studio: lei ha sempre studiato tantissimo, preferibilmente di notte e talora anche per notti intere. Una volta ha confidato che, tra le sue difficoltà nella vita di tutti i giorni, c’era proprio questa necessità di suonare tanto, e in ore impossibili, per i ritmi di vita degli altri.

Il programma che insieme agli ‘amici’ presenta a Ravenna Festival è una sorta di autoritratto: da Schumann a Piazzolla, quindi dal romanticismo al tango argentino, in un viaggio verso la Buenos Aires dove Martha Argerich è nata 72 anni fa. Dal ‘Quintetto op. 44’, il capolavoro che Robert Schumann dedicò alla moglie Clara e che fece discutere Mendelssohn e Wagner (entusiasti) e Berlioz e Liszt (scettici), a quel “Pensiero triste che si balla” (secondo la celebre definizione di Enrique Santos Discèpolo) intonato dai classici di Piazzolla, come tra gli altri ‘Libertango’, ‘Escualo’, ‘Oblivion’, ma anche dalle composizioni di Eduardo Hubert e di Marcelo Nisinman, seduti anche tra gli interpreti della serata. Soffermandosi però sulle sonorità del vecchio continente con la commovente espressività della ‘Lode all’eternità di Gesù’, il quinto movimento del ‘Quatour pour la fin du temps’ di Olivier Messiaen, la stessa pagina intonata alcune settimane fa, sullo stesso palcoscenico, da Yo-Yo Ma; e con la spoglia semplicità e la raffinatezza melodica della ‘Sonata per violino e pianoforte’, che Debussy compose ed eseguì, comparendo per l’ultima volta in pubblico, nel febbraio del 1915.

Info e prevendite: 0544 249244 – ravennafestival.org
Biglietti: da 12 euro (ridotti 10) a 52 euro (ridotti 48)
“I giovani al festival”: fino a 14 anni, 5 euro; da 14 a 18 anni, 50% tariffe ridotte