7 giorni in Tibet con i Monaci di Gere

Sette giorni in Tibet, dal 5 all’11 luglio nel cuore di Ravenna
Ani Choying Drolma e i Lama tibetani del Monastero di Drepung Loseling
Giardini di San Vitale, giovedì 5 luglio ore 21.30

Attenzione e rispetto per il sacro, per quella spiritualità che si esplicita in riti e ‘regole’ incredibilmente simili in tutto il mondo. Il Festival ha sempre portato al proprio interno questa sensibilità, senza preclusione per alcuna forma di religiosità. Così, nel momento in cui ha posto al centro del programma la celebrazione del millenario della fondazione del Sacro Eremo di Camaldoli, non poteva che immaginare un collegamento con il ‘Paese delle Nevi’ e con il buddhismo tibetano, con tutta probabilità ormai essenza contemporanea del monachesimo stesso.

Dal 5 all’11 luglio nel cuore di Ravenna si potranno vivere ‘Sette giorni in Tibet’. Gli antichi riti, i canti e le danze dei monaci incontreranno e ispireranno
musicisti che conoscono il linguaggio dell’improvvisazione, in quel reciproco ascolto e dialogo che solo la musica può mettere in atto; le nuove tecnologie del suono saranno al servizio della spiritualità di canti che condurranno in una dimensione di tempo sospeso. A partire dal solenne rito-concerto del 5 luglio, nei Giardini di San Vitale, nel corso del quale agli antichi canti e ai mantra dei monaci di Drepung Loseling, si unirà la voce di Ani Choying Drolma, suora buddhista tibetana (ma di nazionalità nepalese), che ha già incantato centinaia di migliaia di persone nel mondo (anche grazie ai suoi video su YouTube).

Il percorso e il progetto ideato dal Festival (realizzato con la consulenza di Günther Cologna – esponente “storico” dell’Associazione Italia-Tibet) prevedono una densa settimana di appuntamenti che cercherà di offrire un’immagine non superficiale o ‘esotica’ di una terra di millenarie tradizioni e che fino al 1950 era riuscita miracolosamente a mantenere intatto quello straordinario patrimonio spirituale che è il buddhismo tibetano, che si era sedimentato in migliaia di monasteri, in gran parte andati distrutti nel corso dell’occupazione cinese. E lo stesso Cologna ha reso possibile l’incontro del direttore artistico Franco Masotti con il Dalai Lama, Tenzin Gyatso, nella sua residenza a Darhamsala, nel nord dell’India. Nell’udienza ufficiale la massima guida spirituale del buddhismo tibetano ha non solo ‘benedetto’ la dedica del Festival al Tibet (e al monachesimo tutto), ma ha anche favorito la presenza a Ravenna di dieci monaci provenienti dal monastero Drepung Loseling (uno fra i più antichi del Tibet, attualmente situato nel sud dell’India), che diverranno così l’elemento portante della programmazione, una sorta di filo amaranto, come il colore delle loro vesti. I lama tibetani del monastero Drepung Loseling sono sostenuti e prodotti dall’attore statunitense Richard Gere.

Al centro della serata la voce incantevole di Ani Choying Drolma. Artista di fama internazionale, virtuosa del canto tradizionale buddista, si esibisce spesso in Nord America, Asia ed Europa. Le melodie tradizionali di Choying, suadenti ma nello stesso tempo compenetrate di un’antica quanto misteriosa forza, hanno il potere di ipnotizzare l’ascoltatore, trascinandolo empaticamente in una dimensione remota e senza tempo. Ani Choying Drolma è nata in Nepal nel 1971 e a 13 anni è entrata nel monastero buddista Nagi Gompa, sul monte Shivapuri, nella valle di Kathmandu, dove viene affidata al famoso maestro di meditazione Tulku Urgyen Rinpoche, che ne cura la formazione spirituale e l’istruzione. Ani apprende così la meditazione buddista, i canti, i riti e le cerimonie; e diventa presto maestra di canto del monastero. Lasciato l’incarico per diventare assistente personale di Tulku Urgyen Rinpoche, lo accudisce fino alla morte nel febbraio 1996. Come il suo maestro, anche Ani Choying Drolma rivolge alle suore lo stesso rispetto dovuto ai monaci, e ritiene che il modo migliore per mettere in pratica le idee del maestro sia proprio il creare ed offrire loro maggiori opportunità di studio mirate a svilupparne il potenziale al servizio degli altri. A tal scopo, Ani si spende per promuovere la formazione personale delle suore affinché siano meglio preparate a servire e beneficiare il prossimo. Ha infatti fondato, nel 2000, la Scuola Arya Tara per le monache, che finanzia grazie ai proventi di concerti, cd e donazioni; è anche Fondatrice della Nun’s Welfare State Foundation.

Nella giornata successiva (alle 18, ingresso libero) avrà inizio il grande rito del Mandala, alla Biblioteca Classense, che si concluderà l’11 luglio, con una suggestiva cerimonia. Le sabbie variopinte di questa mistica raffigurazione di significato propiziatorio verranno poi disperse nelle acque del mare alla fine della settimana. Ancora i monaci saranno protagonisti di una rappresentazione di danze sacre e musiche che permetterà al pubblico del festival di partecipare, nella cornice del Teatro Alighieri, a un evento particolare, a cui è normalmente molto difficile poter assistere. La magia e il misticismo dei riti buddhisti tibetani, con il caratteristico canto difonico e gli ipnotici drones potrà poi ispirare i concerti di alcuni musicisti prestigiosi, come Stephan Micus; Markus Stockhausen che ricreerà il visionario paesaggio sonoro di un tibet elettronico; e la cantante Amelia Cuni. Infine si potrà anche assistere a un inedito confronto tra il canto rituale dei monaci tibetani con quello che è stato il canto per eccellenza della cristianità, ovvero il gregoriano, il tutto immerso nel sapiente live electronics di Luigi Ceccarelli.

A Ravenna sarà presente anche Jetsun Pema, da molti anni ambasciatrice del popolo tibetano nel mondo, assieme al Dalai Lama, di cui Jetsun è la sorella minore, che, in occasione della cerimonia di inizio del Mandala (verrà realizzato il Mandala Avalokiteshvara – ovvero del Buddha della Compassione, espressamente dedicato al Dalai Lama, in occasione del suo 77° compleanno, che cade proprio il 6 luglio), parlerà della difficile situazione del suo paese e della diaspora dei tibetani e anche dei Tibetan Children’s Villages, dove sono accolti migliaia di bambini profughi.

Tutti gli spettacoli e i concerti di ‘Sette giorni in Tibet’ sono in esclusiva per l’Italia.

Info. 0544 249244 – ravennafestival.org
Biglietto (ingresso non numerato): 20 euro (ridotti 18)
“I giovani al festival”: under 14 (con adulto) € 5 | 14-18 anni 50% sulle tariffe ridotte | Under 26 tariffe ridotte
Carnet “Sette giorni in Tibet” (5 spettacoli): 80 euro (ridotto 70)