COSTANZI

La nuova stagione d’Opera, Balletto e Concerti

La presenza di Riccardo Muti all’Opera di Roma, il suo impegno con l’Orchestra, il Coro, il Teatro tutto, darà il segno musicale e culturale alla stagione 2010/2011. Una presenza fortemente voluta dal Sindaco della città e Presidente della Fondazione, Gianni Alemanno, e dal Sovrintendente Catello De Martino. Con il Maestro Muti l’Opera, e con essa Roma, entra nel novero delle capitali della musica nel mondo, da Salisburgo a Chicago.

Sarà il Maestro Muti a inaugurare la stagione 2010/2011 con un nuovo allestimento del Moïse et Pharaon di Rossini e nel corso della stagione dirigerà l’opera più significativa per la storia del Risorgimento e dell’Unità d’Italia: il Nabucco di Giuseppe Verdi, in un nuovo allestimento. Lo spettacolo avrà una serata speciale, il 17 marzo, per la Presidenza della Repubblica. E sarà questo uno dei momenti più significativi dei festeggiamenti italiani per i 150 anni dell’Unità.

Una festa musicale, per le manifestazioni 1861/2011, che il 21 marzo uscirà dalla sala del Teatro dell’Opera per un concerto celebrativo a Palazzo Montecitorio: l’Orchestra e il Coro della Fondazione, diretti dal Maestro Muti, offriranno un programma con musiche legate al clima del Risorgimento italiano. Ed è importante sottolineare che il Nabucco sarà proposto anche a San Pietroburgo, sul palcoscenico del Teatro Mariinskij. Un’opera, una esecuzione che porterà in Russia un messaggio italiano di storia, di cultura, di musica.

Altre manifestazioni straordinarie si aggiungeranno nel corso della stagione, tutte legate a eventi culturali o politici: sotto la direzione di Jesus Lopez Cobos l’Orchestra e il Coro dell’Opera proporranno, nel Duomo di Orvieto, il concerto di Pasqua con musiche di Vivaldi e Poulenc; lo stesso programma sarà poi proposto, in un concerto sinfonico, sempre diretto da Lopez Cobos, in Città del Vaticano, alla presenza del Papa.
L’Opera di Roma si pone così tra i grandi protagonisti della vita musicale internazionale, italiana, romana.

Opere

Il 2 dicembre 2010 vedrà l’apertura della nuova stagione e la prima rappresentazione assoluta al Teatro dell’Opera del Moïse et Pharaon (1827), opera in quattro atti di Gioachino Rossini, con la direzione del maestro Riccardo Muti. Pier’Alli firma regie, scene e costumi del nuovo allestimento che avrà la spettacolarità che si addice al grand-opéra, ma anche l’intimità di una preghiera. Cast di prestigio internazionale con Ildar Abdrazakov, Nicola Alaimo ed Eric Cutler. Le coreografie sono di Shen Wei, acclamato dal New York Times come “sensazionalmente fantasioso”, alla sua prima esperienza con i danzatori della compagnia capitolina. Le luci sono curate da Guido Levi, mentre il Coro è guidato da Roberto Gabbiani.

Sei recite rappresentate in lingua originale con sovratitoli in italiano.

Il 18 gennaio (cinque recite) è prevista la prima esecuzione europea dell’opera in due atti, A View from the Bridge del compositore statunitense William Bolcom. Il libretto è fedelmente tratto dall’omonima commedia di Arthur Miller, Uno sguardo dal ponte. È la storia dell’italoamericano Eddie Carbone, ossessionato dall’amore per la figliastra. Sul podio il maestro Bruno Bartoletti. La regia ha il fascino del realismo drammatico di Frank Galati, con le scene e i costumi di Santo Loquasto, un artista molto attivo anche nel cinema (è lo scenografo, tra gli altri, di Woody Allen).

L’allestimento è della Lyric Opera di Chicago, teatro dove l’opera ha avuto la prima rappresentazione assoluta il 9 ottobre 1999.

Dal dramma assoluto alla commedia assoluta in musica. La stagione prosegue con L’elisir d’amore, uno degli esempi più alti dell’opera comica ottocentesca. Ancora un nuovo allestimento con l’attesa regia del napoletano Ruggero Cappuccio, in costante equilibrio tra prosa, lirica e letteratura, al suo debutto al Teatro dell’Opera con cui ritorna a

Roma (l’ultima edizione è del 2002) l’opera di Gaetano Donizetti che si avvale di un libretto di rara finezza intellettuale in cui la ragione si fa burla delle superstizioni della gente. L’Orchestra è guidata dal maestro Bruno Campanella. Grande attesa per la voce di Adriana Kucerovà nei panni della protagonista. Sei rappresentazioni.

Il maestro Riccardo Muti darà il via alle celebrazioni organizzate dal Teatro dell’Opera per i 150 anni dell’Unità d’Italia con la direzione del Nabucco di Giuseppe Verdi. Quella che è stata definita l’opera risorgimentale per eccellenza, nacque sotto una stella favorevole “giacché – scriveva l’autore – anche tutto ciò che poteva riuscire a male contribuì in senso favorevole”.

L’ultima ripresa al Teatro dell’Opera risale alla stagione 1997-98. La regia e le scene di questo nuovo allestimento del 2011 hanno l’elegante essenzialità di Jean-Paul Scarpitta con la perfetta complicità dei costumi di Maurizio Millenotti. Previste sette recite.

Un passo indietro nel tempo fino a rispolverare l’Oriente colorato di favola e turcherie del Singspiel Die Entführung aus dem Serail (Il ratto dal serraglio) di Wolfgang Amadeus Mozart, rappresentato in lingua originale con sovratitoli in italiano. Lo stesso autore ebbe a dire che “sarebbe impossibile addormentarcisi sopra anche avendo trascorso una notte in bianco”. La regia del nuovo allestimento è del britannico Graham Vick, un artista di fama internazionale, annoverato tra i più importanti interpreti dell’opera lirica. Le sue regie si contraddistinguono per una forte originalità
e modernità pur nel rispetto del dettato musacale. Vick è legato all’Italia da un fitto rapporto di riuscite collaborazioni. Scene e costumi ideati da Richard Hudson, vincitore di numerosi premi internazionali. L’ultima edizione romana del Die Entführung aus dem Serail è nel 1972-73. In cartellone cinque rappresentazioni.

Con La battaglia di Legnano di Giuseppe Verdi il Teatro prosegue (dopo il Nabucco) la celebrazione per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia. L’opera possiede oltre all’assoluto valore musicale anche un significato particolare
per Roma, in quanto rappresentata nel 1849 durante la Repubblica Romana. Questo nuovo allestimento è realizzato in coproduzione con il Gran Teatre del Liceu di Barcellona. La regia è del poliedrico Gabriele Lavia, che si cimenta con la tragedia che prende ispirazione dalla battaglia cruciale, divenuta presto un simbolo, combattuta nel 1176. Ricostruzione musicale di quel momento storico che vedeva il Sacro Romano Impero Germanico impegnato nel tentativo di affermare il proprio potere sui Comuni dell’Italia settentrionale. Cinque rappresentazioni per quest’opera che ritorna a Roma per la seconda volta, dopo la stagione 1983-84. Sul podio il maestro Pinchas Steinberg, direttore apprezzato per la sua raffinata interpretazione del repertorio operistico italiano.

A giugno la felice edizione creata dall’estro di Franco Zeffirelli per uno dei capolavori di Puccini, La Bohème, con i costumi di un vero signore delle scene quale è Piero Tosi. Ad impreziosire l’allestimento ecco la direzione del newyorkese James Conlon, grande direttore d’orchestra conteso dalle migliori orchestre del mondo e che vanta uno sterminato repertorio lirico e sinfonico. Un nome di prestigio assoluto. Il cast offre il carisma vocale di Ramòn Vargas e Hibla Gerzmava. Ben dieci rappresentazioni per il ritorno a Roma di quest’opera appassionata, nell’edizione concepita da Zeffirelli proprio per il Teatro dell’Opera nella stagione 1991-92. “Pioggia o polvere, freddo o solleone, nulla arresta questi arditi avventurier” scrive Henri Murger nella prefazione alle sue Scènes de la Vie de Bohème.

Subito dopo la pausa estiva, irrompe sul palcoscenico Richard Strauss: il 30 settembre ecco il grido di Elektra, assente dal Teatro dell’Opera dal 2004. L’allestimento è in coproduzione con il Salzburger Festspiele ed ha la regia di Nikolaus Lehnhoff, scene di Raimund Bauer e costumi di Andrea Schmidt-Futterer. L’Orchestra del Teatro è affidata al maestro Fabio Luisi, considerato oggi uno dei più grandi direttori internazionali; dirige concerti ed opere in tutto il mondo. Ed è stato appena nominato Direttore principale del Metropolitan di New York. Strauss aveva visto l’Elektra di Hugo von Hofmannstahl a Berlino nel 1903; fu subito catturato dalla violenza primordiale della tragedia e, sulla scia del successo provocato dallo scandalo di Salome, decise di metterla in musica. Cinque rappresentazioni per l’opera in un atto con cui si conclude la stagione lirica 2010-2011.

Balletti

Dopo il debutto nella scorsa stagione in Sylvia, ritorna Polina Semionova nello spettacolo che, il 22 dicembre, inaugura la stagione di danza: la prestigiosa Serata Roland Petit, omaggio al coreografo che ha tradotto sulle punte grandi classici della letteratura e della musica. In programma L’Arlésienne e Carmen. Entrambe le creazioni sono mirabilmente sorrette dalle note di Georges Bizet, dirette dal maestro Nir Kabaretti. In L’Arlésienne assisteremo al debutto al Teatro dell’Opera della palermitana Eleonora Abbagnato in coppia con l’étoile dell’Opéra di Parigi, Benjamin Pech. Altro debuttante a Roma l’astro Ivan Vassiliev. In Carmen la Semionova sfoggerà la sua procace eleganza accompagnata da Robert Tewsley, alternandosi con i romani Gaia Straccamore e Mario Marozzi. Con questa ‘Serata’ la
compagnia andrà in tournée al Teatro Petruzzelli di Bari (gennaio) e al Teatro di Messina (maggio) per un totale di quattordici recite. Allestimento in collaborazione con il Teatro alla Scala di Milano.

Il lago dei cigni è in assoluto lo spettacolo di balletto che conta il maggior numero di repliche al Teatro dell’Opera, assicurando una serie infinita di “tutto esaurito”. Il suo contrasto tra bianco e nero non ha mai smesso di incantare. La nuova versione che viene presentata dalla compagnia di Roma è adattata dal fuoriclasse Attilio Labis, étoile all’Opéra di Parigi dal 1960 al 1972. Oltre alla giovane Alessandra Amato, uno dei diamanti della compagnia romana, si esibiranno per la prima volta sul palcoscenico del Costanzi, Viktoria Tereshkina e Vladimir Shklyarov, entrambi dal

Teatro Marinskij. L’orchestra è affidata alla autorevole bacchetta di Andrey Anikhanov. L’allestimento è quello ideato da Aldo Buti per la fortunata versione di Galina Samsova. Sei rappresentazioni.

Dai divertissements di corte e dal lirismo degli atti bianchi ci spostiamo al Teatro Nazionale dove il 29 marzo (sei recite) debutta Danza contemporanea con tre creazioni per il Corpo di Ballo firmate da Virgilio Sieni, Shen Wei, Lindsay Kemp.

Per il fiorentino Sieni, uno dei protagonisti della danza contemporanea italiana, è la prima esperienza con la Compagnia di danza dell’Opera. Shen Wei, dopo le danze dell’opera inaugurale, torna a prestare ai danzatori romani il suo originale vocabolario fisico basato sulla ricerca del movimento.

Lindsay Kemp, forte della sua sintesi tra diversi linguaggi teatrali, suggella l’inedito trittico.

Altro ‘Trittico’, questa volta al Teatro dell’Opera per cinque recite.

Maurice Béjart – George Balanchine – Jerome Robbins: tre nomi che condensano e racchiudono buona parte della migliore danza creata nella seconda metà del Novecento. Cinque occasioni per riscoprire tre capolavori.

Béjart crea la sua versione, ampiamente autobiografica, di Gaîte parisienne per il Théâtre Royal de la Monnaie di Bruxelles nel 1978. Sulla musica di Jacques Offenbach, le fantasie oniriche di un giovane che arriva a Parigi per

studiare danza. Creato da Balanchine per il New York City Ballet (1960), il Tchaikovsky Pas de deux è immancabile in qualsiasi gala internazionale di danza che si rispetti, con musica scritta da Čajkovskij per il passo a due del terzo atto del suo Lago dei cigni. In the night, balletto in quattro movimenti di Robbins, debutta a New York il 29 gennaio 1970 allo State Theatre con il New York City Ballet. I sublimi Notturni di Chopin cullano tre coppie di giovani dalle relazioni molto contrastate tra di loro.

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