Parte Ravenna Festival d’essai

Ravenna Festival d’essai 2012
Dreaming Lhasa
Cinema Corso, giovedì 3 maggio (ore 21)

Giovedì 3 maggio (ore 21 Cinema Corso) il lungometraggio Dreaming Lhasa (2005, 90 min., tibetano/inglese con sottotitoli in italiano), firmato da Ritu Sarin e Tenzing Sonam, inaugura la rassegna cinematografica d’essai di Ravenna Festival 2012. Una rassegna che, giunta alla sua seconda edizione, sarà quest’anno interamente dedicata al Tibet come preludio ad uno dei temi centrali della XXIII edizione del Festival che al Paese delle Nevi dedica una densa settimana di appuntamenti dal titolo ‘Sette giorni in Tibet’.

Cuore della rassegna, che intende mettere in luce la situazione storicamente e politicamente drammatica del Tibet, il focus dedicato alla produzione filmica e documentaristica dei cineasti indipendenti Ritu Sarin (nata a New Delhi) e Tenzing Sonam (nato a Darjeeling, ma da genitori tibetani rifugiati). Sarin e Sonam, coppia artistica e nella vita, hanno iniziato a produrre film sin da quando erano studenti all’inizio degli anni ’80; da allora, come White Crane Film (la  loro casa di produzione), hanno realizzato documentari, video installazioni e un film a soggetto (premiato al Toronto International Film Festival).
Cinque gli appuntamenti, un lungometraggio e quattro documentari (tutti al cinema corso, dal 3 al 28 maggio), da loro realizzati nell’arco degli ultimi quindici anni – unica eccezione  il “classico” Kundun di Scorsese – che raccontano in modi diversi un Paese che sta perdendo progressivamente la propria identità, mettendo in luce la caparbietà del popolo tibetano nella resistenza, nonostante i sacrifici umani elevatissimi, all’invasione cinese. Sullo sfondo quell’aura di spiritualità, religiosità e devozione alla potente figura del Dalai Lama, che ne caratterizza l’affascinante cultura millenaria. I due cineasti, focalizzandosi sulla complessa situazione tibetana, indagata nelle sue diverse sfaccettature, attraverso i loro film tentano di documentare, porre quesiti, indurre a riflettere su questioni come esilio, identità culturale e aspirazione politica a fronte della diaspora tibetana; e allo stesso tempo, di dissipare quelle rappresentazioni stereotipate del Tibet e della sua cultura, che hanno trovato diffusione nell’immaginario occidentale. Temi che saranno al centro anche dell’incontro con i due registi, che il 28 maggio precederà la proiezione dell’ultimo documentario della rassegna.

Dreaming Lhasa, che tra i produttori vanta anche Richard Gere, racconta di Karma, una regista tibetana da New York va a Dharamsala, sede centrale nell’India del nord, per fare un documentario su dei prigionieri che erano scappati dal Tibet. Vuole ritrovare le sue radici ma sta anche scappando da una relazione in via di rottura. Uno degli intervistati di Karma è Dhondup, ex monaco che è appena fuggito dal Tibet. Le confida che la reale ragione per cui è tornato in India è adempiere l’ultimo desiderio di sua madre sul punto di morte, cioè portare un cofanetto ad un combattente della resistenza scomparso da tempo. Karma si innamora di Dhondup e si appassiona alla sua ricerca, che diventa un viaggio nel passato fratturato del Tibet e un percorso alla riscoperta di sé. Questo è il primo lungometraggio di genere fiction prodotto dalla coppia di cineasti.

La rassegna continua lunedì 7 maggio con Kundun (1997) di Martin Scorsese, film che ripercorre, dal ritrovamento all’investitura, la reincarnazione umana del Buddha della Compassione, il successore del 13° Dalai Lama (morto nel 1933) in un bambino di due anni, il Kundun appunto.

Info 0544 249244 – ravennafestival.org
Biglietto 5 euro. Tutte le proiezioni avranno inizio alle 21.