Puccini incontra la cucina romagnola

Dopo il successo della spumeggiante farsa donizettiana, l’Elisir d’amore andato in scena (con cena) fino a martedì, all’Osteria del Mariani, per Ravenna Festival, torna OperaUpClose con un altro dei titoli portanti del proprio repertorio, anzi con il titolo dal quale tutto è cominciato: La Bohème di Giacomo Puccini (19, 20 e 21 giugno). Infatti, la giovane e spericolata compagnia inglese, che da qualche anno sta spopolando nei piccoli pub-theatre del Regno Unito mettendo in scena i capolavori del melodramma, ha iniziato la propria avventura proprio con il più famoso titolo pucciniano. Era il 2009 ed eloquente è il racconto con cui la compagnia rimanda a quell’inizio: In un popolare pub irlandese sulla Kilburn High Road, col bagno ancora imbrattato di slogan dell’IRA e frequentato da un esercito di bevitori incalliti, un gruppo di cantanti lirici iniziò a provare il secondo atto della Bohème di Puccini. Erano le 10 del mattino e, manco a dirlo, il pub si svuotò rapidamente: chi era lì a tentare di smaltire la sbornia non sopportava il frastuono. Restò solo un uomo, che per almeno un’ora continuò a gridare a Musetta Togliti le mutande! Certo: anni luce da quel Teatro Regio di Torino in cui l’opera di Puccini fu rappresentata per la prima volta nel 1896, ma non molto diverso dalla squallida soffitta di Parigi in cui si svolge l’azione dell’opera. La Bo, così la chiamavamo affettuosamente, sarebbe andata in scena pochi giorni dopo al teatro-pub The Cock Tavern Theatre. Con un successo eclatante quanto inatteso: per quella prima Bohème, infatti, dopo i primi entusiastici commenti della stampa, le repliche previste andarono esaurite in un batter d’occhio e l’opera finì per rimanere in scena per ben 6 mesi e fece conquistare alla compagnia il prestigioso Olivier Award! Un budget ridotto, cantanti giovanissimi, partiture rielaborate per un organico da camera, libretti tradotti nella lingua corrente, certamente più comprensibili e vicini alla sensibilità del pubblico rispetto ai polverosi testi originali, quindi e inevitabilmente la trasposizione delle vicende narrate nell’attualità: è attraverso questi elementi che OperaUpClose ­ letteralmente opera da vicino – riesce a scardinare la tradizionale consuetudine operistica porgendola in maniera accattivante al pubblico meno formale e più eclettico del pub-theatre. Qui a Ravenna, però, anziché in un pub-theatre, l’opera viene allestita in una romagnolissima trattoria, appunto l’Osteria del Mariani ­ il locale perfetto se si pensa che prima di essere ristorante è stato sala per il cinema e prima ancora teatro. In ogni caso, è la prima volta che OperaUpClose si esibisce in Italia, nella patria del melodramma: Forse la traduzione inglese potrebbe essere un ostacolo ­ spiega Robin Norton-Hale, giovane direttrice artistica della compagnia e, in questo caso traduttrice del libretto e regista dell’opera ­, ma non con un pubblico come quello italiano la cui cultura è tradizionalmente imbevuta del linguaggio del melodramma, tanto da riuscire certamente a cogliere il rispetto e l’amore che proviamo verso il testo e la musica originali. Che trattiamo con assoluta fedeltà, seppure interpretandoli in modo diverso: del resto, come abbiamo innumerevoli versioni di Shakespeare, così anche l’opera può essere interpretata secondo diverse chiavi di lettura, ed essere rivista infinite volte perché non è mai la stessa opera, è sempre un’esperienza nuova. E certamente nuova sarà questa Bohème, i cui protagonisti sono giovani squattrinati (costante attraverso i secoli!), uno scrittore, Rodolfo, che arrotonda i magri guadagni scrivendo testi per siti web, e Mimì, giovane donna di servizio ucraina, che pulisce le case dei ricchi per mandare a casa i soldi, e che per vincere la nostalgia di casa confeziona fiori di stoffa che le ricordano la primavera al proprio paese. Attorno a loro, il pittore Marcello e la capricciosa Musetta, con la loro storia d’amore tormentata, poi gli amici di sempre, studenti e dottorandi, pronti a gozzovigliare attorno al tavolo di un bar e ad inseguire i propri sogni. Info e prevendite: 0544 249244 ­ ravennafestival.org Biglietti (ingresso incluso cena): 40 euro / I giovani al festival: fino a 14 anni, 25 euro; da 14 a 18 anni, 30 euro Biglietteria serale: L¹Osteria del Mariani (Via Ponte Marino 19) dalle ore 19.30 La Cena: Aperitivo: Extra Brut Spumante Cantina Poderi Dal Nespoli 1929 Tortelloni alla ricotta ed erbette di campo con pomodoro fresco e basilico Tagliere di affettati della norcineria di Parma con scaglie di parmigiano vacche rosse 28 mesi Latte Imperiale Vini: Pagadebit e Sangiovese Superiore Prugneto Cantina Poderi Dal Nespoli 1929. (È possibile prenotare menù vetegariano) Un tumultuoso Œcoup de théâtre che sprizza straordinario divertimento…una Bohème diversissima da tutte le altre. «Metro» HHHH L¹intelligente traduzione di Robin Norton-Hale in inglese popolare… sembra assolutamente decisa ad avvicinare l¹indistruttibile capolavoro di Puccini a una folla di appassionati d¹opera ma anche di neofiti e avventori vari… «Evening Standard» HHHH PUCCINI’S LA BOHÈME musica di Giacomo Puccini libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica regia e nuova versione in lingua inglese Robin Norton-Hale Mimi Susan Jiwey Rodolfo Lawrence Olsworth-Peter Colline Dickon Gough Alcindoro/Benoit Charles de Bromhead Marcello Thomas Colwell Musetta Emily-Jane Thomas Schaunard Richard Immergluck Barmaid Rebecca Shanks direttore musicale e pianoforte Elspeth Wilkes scene Kate Guinness & Lucy Read costumi Designer Lucy Read luci Christopher Nairne regia in tour Valentina Ceschi prima italiana in esclusiva