Trittico con il Balletto dell’Esperia

Con un trittico di capolavori di musica e danza,
il Balletto dell’Esperia chiude la Stagione di danza del Teatro Alighieri

La Stagione di Danza del Teatro Alighieri si chiuderà sabato 9 aprile alle 20,30 (replica domenica 10 alle 15,30) con il Balletto dell’Esperia che presenta “Tre classici del ‘900”, un trittico che ripropone pietre miliari del secolo scorso nella versione rivisitata da tre coreografi contemporanei.

“La Morte del Cigno”, “L’après-midi d’un faune” e “I quattro temperamenti” sono i tre titoli, entrati di diritto nella letteratura coreo-musicale moderna, sia in virtù dei compositori coinvolti – Saint-Saëns, Debussy e Hindemith – sia perché sono esemplari dell’opera dei tre principali innovatori della danza di ascendenza classica del Novecento: il pionieristico Mikhail Fokine, il radicale Vaslav Nijinsky e il riformatore George Balanchine.

Il Balletto dell’Esperia, diretto dal coreografo Paolo Mohovich, è una compagnia di danza contemporanea attiva in Italia dal 1999, che ha sede a Torino, formata attualmente da sette danzatori solisti. Giunta alla sua decima stagione, ha portato in scena in questi anni titoli dello stesso Mohovich e di altri coreografi tra cui William Forsythe, Jacopo Godani, Thierry Malandain, Gustavo Ramirez, Inma Rubio, Eugenio Scigliano… Realtà consolidata di livello internazionale, ha all’attivo numerose tournées di successo in Italia, Spagna, Francia, Cipro, Argentina, Uruguay, Brasile, Cile e Stati Uniti.

Apre la serata un brano di rara bellezza del coreografo francese Thierry Malandain, direttore del prestigioso Centre Chorégraphique National Ballet Biarritz: La morte del cigno è la malinconica e splendida rivisitazione di Malandain di uno degli assoli più famosi della storia del balletto, sulla musica struggente Le Cygne – tratta dal Carnevale degli animali – di Camille Saint Saens. Composto nel 1904 da Michel Fokine per la straordinaria ballerina Anna Pavlova, questo poetico assolo rimase nel repertorio della grande danzatrice fino alla sua morte. Momento di danza pura, la rivisitazione di Malandain non vede in scena un’unica danzatrice, bensì propone un trio femminile – Laura Missiroli, Silvia Moretti, Roberta Noto – a evocare la potenza e la grazia di un uccello, il cigno, nei secoli protagonista di molti simboli, tra cui quello della luce. il coreografo ha moltiplicato per tre l’interpretazione di questo canto celeste: tre donne scese dal cielo vengono sulla terra per rendere il loro ultimo soffio prima di incarnarsi in cigni e intraprendere un nuovo volo. Le luci sono di Jean Claude Asquié e i costumi di Jorge Gallardo.

L’après-midi d’un faune è un brano tutto al maschile che evoca lo spirito animalesco e l’erotismo latente presente nella coreografia originale di Nijinsky. Eugenio Scagliano – indimenticato interprete del Balletto di Toscana – esalta la mascolinità attraverso le sue forme sinuose e sensuali ma al tempo stesso forti e terrene, in armoniosa contrapposizione con la celebre musica di Debussy. Il coreografo prende spunto dal poema di Stéphane Mallarmé per fare una riflessione sulla natura dell’essere umano. A metà tra sogno e realtà, il fauno è un uomo che è già passato attraverso un mutamento sia intellettuale che fisico, un processo di crescita che l’ha portato dall’adolescenza alla maturità dell’età adulta, e che ha già preso coscienza della propria identità sessuale. Nel balletto, interpretato da Davide Di Giovanni e Davide Valrosso (luci di Carlo Cerri), in un’atmosfera visionaria e onirica, il fauno è il tramite per un giovane, addormentato in mezzo alla natura, per capire la sua sessualità e per costruire il proprio essere.

Paul Hindemith compose il brano I quattro temperamenti nel 1940, che divenne poi uno dei maggiori capolavori di George Balanchine. Questo brano musicale trova ispirazione nella teoria greca e poi medievale dei «temperamenti», dei quattro umori principali: malinconico, sanguigno, flemmatico e collerico. La rivisitazione di Paolo Mohovich, direttore artistico del Balletto dell’Esperia, vuole essere un omaggio al grande coreografo: il balletto esplora in modo più viscerale e meno astratto l’essenza dei quattro temperamenti creando movimenti coreografici che nella loro estrema purezza e musicalità rimandano inevitabilmente al capolavoro di Balanchine. Il lavoro si caratterizza anche per una distinzione tra la danza femminile, elegante e raffinata – che a tratti, con l’utilizzo delle punte, riprenderà alcuni canoni estetici del neoclassicismo del ‘900 – e quella maschile, sinuosa e quasi animalesca.

Un approfondito studio sulla forma e sul ritmo sono alla base del balletto. La coreografia asseconda (e non potrebbe essere altrimenti) i vari “cambi di umore” presenti nella partitura rendendo una danza astratta profondamente narrativa non nell’insieme, ma in ogni suo gesto. Le sequenze sono state create ascoltando i caratteri delle diverse sonorità per arrivare a far sì che “la musica sia parte dei corpi e non siano i corpi a seguire la musica” (Paolo Mohovich). In scena Davide Di Giovanni, Gonzalo Fernandez, Laura Missiroli, Silvia Moretti, Roberta Noto, Davide Valrosso, le luci di Carlo Cerri e Paolo Mohovich e i costumi di Jorge Gallardo.

Info e prenotazioni: 0544 249244 – teatroalighieri.org
Biglietti da 8 a 28 euro (giovani fino a 26 anni da 6 a 18 euro).

THIERRY MALANDAIN

Dopo una carriera di danzatore presso l’Opéra di Parigi, il Ballet du Rhin e il Ballet Théâtre Français de Nancy e conclusa nel 1986, Malandain si dedica alla coreografia vincendo concorsi quali il Prix Volinine nel 1984, Prix du Concours International de Lyon nel 1984 e 1985. Fonda nello stesso 1986 la compagnia Temps Présent, che dirige per 12 anni. Nel 1998 è nominato direttore del Centre Chorégraphique National – Ballet Biarritz. Malandain è l’autore di una sessantina di coreografie, alcune entrate nel repertorio di altre compagnie, tra cui Ballet Florida, Singapore Dance Theatre, Royal Ballet of Flanders, Ballet Royal de Wallonie, Ballet du Rhin, Ballet National de Nancy, Opéra di Bordeaux, Opéra di Parigi.

EUGENIO SCIGLIANO

Eugenio Scigliano debutta come danzatore nel 1986 nel Balletto di Toscana, divenendone elemento di spicco. Nel 1992-93 lascia temporaneamente il BdT per una importante esperienza come solista nell’English National Ballet. Rientrato nel BdT, vi rimane fino al 2001, anno in cui entra come danzatore nell’Aterballetto. Conclusa la sua esperienza di danzatore, dal 2004 si dedica alla coreografia e all’insegnamento come ‘free lance’, particolarmente impegnato nella Scuola del BdT a Firenze. Ha creato balletti per varie compagnie tra cui il BdT, l’Aterballetto, il Balletto dell’Esperia, lo Junior Balletto di Toscana, Versilia Danza.

PAOLO MOHOVICH

Paolo Mohovich ha danzato in compagnie quali il Ballet de Victor Ullate a Madrid, il Balletto di Toscana e il Ballet de Zaragoza. Nello stesso Ballet de Zaragoza inizia ad interessarsi alla coreografia nel 1994, e vince due “Prix Volinine di Coreografia” a Parigi nel 1995 e 1997. Nel 1999 fonda in Italia il Balletto dell’Esperia, seguito dai suoi colleghi, quasi tutti danzatori spagnoli, reduci da altre esperienze in prestigiose compagnie europee. Ha creato fino ad oggi oltre 40 coreografie sia per il Balletto dell’Esperia, che per altre compagnie come la Maximum Dance Company di Miami, il Balletto di Toscana, il Balletto di Saragozza, il Centre Coreografic de la Comunitat Valenciana, la Miami Contemporary Dance Company e il Centro Dramatico de Aragon.