Ritorna Albertazzi al Piccolo e poi a Vignola e Bari

CERCANDO PICASSO

da Il desiderio preso per la coda e altri testi di Picasso

con Giorgio Albertazzi

e la Martha Graham Dance Company

regia Antonio Calenda

coreografie storiche di Martha Graham

e originali di Janet Eilber

scene e costumi Pier Paolo Bisleri

video Antonio Giacomin

luci Nino Napoletano

Teatro Stabile Friuli Venezia Giulia
Martha Graham Dance Company
in coproduzione con
Ente Autonomo Teatro di Messina
Orkestra Entertainment srl

Arte, poesia ,danza e musica saranno i protagonisti della scena al Teatro Fabbri, sabato 18 e domenica 19 febbraio alle ore 21:00.

“Cercando Picasso” con Giorgio Albertazzi e la Martha Graham Dance Company per la regia di Antonio Calenda è fra gli spettacoli più interessanti della stagione.

La figura del pittore spagnolo e il suo genio sono al centro della produzione firmata dal Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia assieme alla Martha Graham Dance Company e in coproduzione con l’Ente Autonomo Teatro di Messina e Orkestra Entertainment Srl.

Lo spettacolo riprende il tour dopo una prestigiosa anteprima a New York l’8 gennaio al New York City Center.

«Un genio che solo la morte ha saputo dominare» così lo scrittore e politico francese André Malraux definì l’amico Pablo Picasso, cogliendone appieno in queste poche parole la personalità irregolare, il furore creativo, l’eclettismo, la natura esplosiva e rivoluzionaria.

Ed è proprio a questa natura d’artista, a questa indomabile creatività che ha guardato Antonio Calenda, nel porre la figura di Picasso al centro di Cercando Picasso.

Il protagonista dello spettacolo, il grande Giorgio Albertazzi, attore che sa fare della parola un esercizio stilistico alto, sa rendere ogni battuta finissima, poliformica, astratta, per l’occasione è attorniato dalle danzatrici della Martha Graham Dance Company, formazione di eccellenza assoluta nel panorama della danza moderna internazionale .

Un sipario cela la prima immagine di Cercando Picasso e – fin da prima che lo spettacolo abbia inizio – pone idealmente in comunicazione danza e pittura: si tratta infatti della riproduzione di un fondale che Pablo Picasso dipinse nel 1917 per Parade il primo balletto alla cui creazione Sergej Diaghilev lo chiamò a collaborare, assieme a Cocteau, Satie e Massine.

Questa “complicità” fra arti diverse – letteratura, pittura, musica, danza, teatro, arti plastiche… – permea di sé tutto il Novecento ed è un elemento forte, e immediatamente annunciato, dello spettacolo che vive proprio di tale complice interazione fra arti, a partire dallo stretto dialogo che si intesserà fra le coreografie delle nove danzatrici della Martha Graham Dance Company, il protagonista e gli altri linguaggi espressivi della messinscena.

Spesso si accostano l’innovazione che Martha Graham apportò nel mondo della danza a quella che Picasso donò all’arte del Novecento: la loro sensibilità fu per molti aspetti affine, entrambi possedevano personalità decise e di grande profondità.

Ciò che le coreografie della Graham disegnano nello spazio del palcoscenico, rimanda fortemente a ciò che viene trasmesso dalle tele del geniale pittore spagnolo.

La parte coreografica che si intreccerà significativamente alla recitazione, sarà composta da alcune coreografie storiche della Martha Graham Dance Company e da altre coreografie originali create – sullo stile della Graham – dall’attuale direttrice artistica della compagnia, Janet Eilber.

Fra i testi, Le désir attrapé par la queue (Il desiderio preso per la coda) rappresenterà il cuore dello spettacolo, nel testo il grande pittore spagnolo mantiene viva tutta la visionarietà tipica della sua pittura.

Ma dell’universo di Picasso non verrà evocata solo la dimensione di Guernica, della fame, delle grida sotto i bombardamenti: ci saranno altri nuclei tematici quali l’amore, la donna, la tauromachia, attorno ai quali recitazione, danza, musica tesseranno trame ricche di suggestioni.

PREVENDITA BIGLIETTI

La biglietteria è aperta il martedì e il sabato dalle 10:30 alle 18:30 orario continuato, il giovedì dalle 10:30 alle 14:00 e la sera dello spettacolo dalle ore 20:00.

I biglietti prenotati devono essere ritirati tassativamente entro dieci giorni dalla data di prenotazione, pena annullamento della prenotazione.

Per informazioni e prenotazioni:

tel. 059/9120911

infobiglietteria@emiliaromagnateatro.com

emiliaromagnateatro.com

Dal 28 febbraio all’11 marzo al Teatro Strehler

Giorgio Albertazzi torna al Piccolo…

Cercando Picasso

Ritratto visionario di un genio, tra musica, pittura, teatro e danza, con la regia di Antonio Calenda e la Martha Graham Dance Company

Creativo, eclettico, esplosivo e rivoluzionario Pablo Picasso è al centro del nuovo spettacolo di Antonio Calenda interpretato da Giorgio Albertazzi, in scena al Piccolo Teatro Strehler dal 28 febbraio all’11 marzo 2012.
“Affrontare Picasso”, spiega il regista, “significa rispondere alla sua fantasmagoria, dare voce alla sua irruente visionarietà. Perciò sarà necessario discostarsi dagli stilemi del naturalismo per ricreare invece le tensioni dell’irripetibile atmosfera culturale che lo circondava, per ricercare nel mondo delle sue motivazioni interiori attraverso la figurazione evocativa e coreografica, attraverso le sue stesse parole ed i pensieri che riverberano potenti da passi tratti dai suoi scritti, dai suoi poemi, dai testi teatrali”.
Fra questi, Le désir attrapé par la queue (Il desiderio preso per la coda) un testo teatrale scritto proprio da Picasso, il cuore dello spettacolo per il suo respiro onirico e surreale, al contempo testimonianza poetica e delle lacerazioni della guerra, e citazioni di opere di compagni d’arte e di vita come Lorca, Apollinaire, Baudelaire, Rimbaud. Un’osmosi di musica, pittura, teatro e danza che vede il succedersi di proiezioni e l’interagire dell’attore con nove danzatrici della Martha Graham Dance Company.
Le coreografie, in parte storiche, di Martha Graham, e in parte create per l’occasione da Janet Eilber, attuale direttore artistico della compagnia americana, sono una rappresentazione della personalità irregolare e dell’indomabile furore del grande maestro.
“Questa necessità di evitare causalità e concretezza”, continua Calenda, “di muoverci nell’impalpabile della fantasia, dell’immaginazione di questo grande artista ci ha spinto verso una scelta espressiva inusuale: quella di intrecciare nello spettacolo all’evocazione della pittura di Picasso, il linguaggio coreografico di Martha Graham. Sono segni potenti, dell’arte e dell’espressività del Novecento, codici inestimabili la cui pregnanza riecheggia costantemente nell’immaginario contemporaneo. Ad essi si fonde la recitazione di un maestro della statura, della sapienza scenica e del vigore di Giorgio Albertazzi, un attore che sa fare della parola un esercizio stilistico supremo, sa rendere ogni battuta finissima, poliformica, astratta… Poter contare in scena su un dialogo intenso fra questo e la danza della Martha Graham Dance Company significa assicurare semanticità ulteriore allo spettacolo, liberarlo dagli impacci naturalistici, librarlo in un’atmosfera di allusione astratta che ci appare in qualche modo omologa all’animo del grande pittore, all’eredità che ha lasciato, a ciò che di lui desideriamo raccontare».

Piccolo Teatro Strehler (largo Greppi – M2 Lanza)
dal 28 febbraio all’11 marzo 2012

Cercando Picasso

con Giorgio Albertazzi, la Martha Graham Dance Company
regia Antonio Calenda
coreografie di Martha Graham riprese da Janet Eilber
scene e costumi Pier Paolo Bisleri
luci Nino Napoletano
video Antonio Giacomin
musiche di Manuel de Falla, Igor Stravinsky, Perez Prado, Francis Lemarque,
Camille Saint-Saens, Wallingford Riegger, Henry Cowell, Zoltàn Kodàly
Coproduzione Teatro Stabile Friuli Venezia Giulia, Martha Graham Dance Company
con Ente Autonomo Teatro di Messina e Orkestra Entertainment Srl

Foto di scena Tommaso Le Pera

Orari: martedì e sabato ore 19.30; mercoledì, giovedì e venerdì ore 20.30;
domenica ore 16.00. Lunedì riposo.
Mercoledì 29 febbraio, ore 15.

Durata: un’ora e 30 minuti senza intervallo

Prezzi: platea 33 euro, balconata 26 euro – Prezzi speciali su piccolocard.it

Informazioni e prenotazioni 848800304 – piccoloteatro.org

Interviste, news, scene dello spettacolo, approfondimenti su piccoloteatro.tv

Fondazione Petruzzelli: Giorgio Albertazzi in “Cercando Picasso”

Martedì 20 marzo, alle 20.30, al Teatro Petruzzelli di Bari, il grande Giorgio Albertazzi sarà
protagonista dello spettacolo di teatro danza “Cercando Picasso” del Teatro Stabile del Friuli
Venezia Giulia in coproduzione con l’Ente Autonomo Teatro di Messina e Orkestra Entertainment
Srl, ospite della Stagione 2012 della “Fondazione Lirico Sinfonica Petruzzelli e Teatri di Bari”.

Di scena la Martha Graham Dance Company che interpreterà le coreografie storiche di Martha
Graham e originali di Janet Eilber. A curare la regia Antonio Calenda, le scene e costumi
Pierpaolo Bisleri, i video Antonio Giacomin, le luci Nino Napoletano.

Sulle note di Manuel de Falla, Igor Stravinsky, Perez Prado, Francis Lemarque, Camille Saint-
Saens, Wallingford Riegger, Henry Cowell, Zoltàn Kodàly lo spettacolo offrirà al pubblico un
percorso emozionale che nasce dall’incontro tra danza e pittura, tra musica e prosa nel segno
dell’indimenticabile artista spagnolo.

In replica mercoledì 21 marzo alle 20.30, giovedì 22 marzo alle 20.30, venerdì 23 marzo alle 20.30. Biglietti in vendita al Botteghino del Teatro Petruzzelli e su bookingshow.it
Informazioni: 080.975.28.40.

«Un genio che solo la morte ha saputo dominare» così lo scrittore e politico francese André Malraux definì l’amico Pablo Picasso, cogliendone appieno in queste poche parole la personalità irregolare, il furore creativo, l’eclettismo, la natura esplosiva e rivoluzionaria.
Ed è proprio a questa natura d’artista, a questa indomabile creatività che guarda Antonio Calenda,
nell’apprestarsi a porre la figura di Picasso al centro di un nuovo progetto teatrale: «Affrontare Picasso – sostiene infatti il regista – significa rispondere alla sua fantasmagoria, dare voce alla sua irruente visionarietà. Perciò sarà necessario discostarsi dagli stilemi del naturalismo per ricreare invece le tensioni dell’irripetibile atmosfera culturale che circondava Picasso, per ricercare nel mondo delle sue motivazioni interiori attraverso la figurazione evocativa e coreografica, attraverso e sue stesse parole ed i pensieri che riverberano potenti da passi tratti dai suoi scritti, dai suoi poemi, dai testi teatrali»
Fra questi, Le désir attrapé par la queue (Il desiderio preso per la coda) rappresenterà il cuore dello spettacolo, proprio per quel suo meraviglioso respiro onirico e surreale, per quel suo essere “irregolare” privo di chiare evoluzioni logiche, singolare nella punteggiatura, eppure vitalissimo, animato da personaggi come il Piedone, l’Angoscia grassa, la Cipolla, il Silenzio, la
Torta…
Se Quenaeau vide in Le désir una fantasiosa rappresentazione del caos e dei mali che l’uomo soffriva a causa della guerra e che assediavano il gruppo di intellettuali parigini che lui stesso assieme a Picasso frequentava, è anche vero che nel testo il grande pittore spagnolo manteneva viva tutta la visionarietà tipica della sua pittura, la sua inventiva inarrestabile, la sua espressività.
Un tourbillon che è al contempo testimonianza poetica e delle lacerazioni della guerra, dei bombardamenti, e soprattutto della fame.
«Vivremo Le désir attrapé par la queue – spiega il regista – come un excursus nel suo immaginario.
Questa necessità di evitare causalità e concretezza, di muoverci nell’impalpabile della fantasia, dell’immaginazione di questo grande artista ci ha spinto verso una scelta espressiva inusuale: quella di intrecciare nello spettacolo all’evocazione della pittura di Picasso, il linguaggio coreografico di
Martha Graham. Sono segni potenti, dell’arte e dell’espressività del Novecento, codici inestimabili la cui pregnanza riecheggia costantemente nell’immaginario contemporaneo. Ad essi si fonde la recitazione di un maestro della statura, della sapienza scenica e del vigore di Giorgio Albertazzi, un attore che sa fare della parola un esercizio stilistico supremo, sa rendere ogni battuta finissima,
poliformica, astratta… Poter contare in scena su un dialogo intenso fra questo e la danza della Martha Graham Dance Company significa assicurare semanticità ulteriore allo spettacolo, liberarlo dagli impacci naturalistici, librarlo in un’atmosfera di allusione astratta che ci appare in qualche modo omologa all’animo del grande pittore, all’eredità che ha lasciato, a ciò che di lui desideriamo raccontare».

Una sintesi

Un sipario cela la prima immagine di Cercando Picasso e – ancor prima che spettacolo abbia inizio – pone idealmente in comunicazione danza e pittura: si tratta infatti della riproduzione di un fondale che Pablo Picasso dipinse nel 1917 per Parade il primo balletto alla cui creazione Sergej Diaghilev lo chiamò a collaborare, assieme a Cocteau, Satie e Massine. Questa “complicità” fra arti diverse letteratura, pittura, musica, teatro, arti plastiche… – permea di sé tutto il Novecento (basti pensare al Bauhaus, alle avanguardie), ed è un elemento forte, e immediatamente annunciato, di questo spettacolo che vive proprio di tale complice interazione fra arti.
La scena su cui il sipario si alza – mentre risuonano brani composti da Manuel De Falla per Il cappello a tre punte – è dominata da un grande letto: vi si desta Picasso (Giorgio Albertazzi) e poco dopo, da sotto le lenzuola si rivelano con movimenti fluenti molte donne, le ballerine della Martha Graham Dance Company. Sullo sfondo appare un nudo femminile, si tratta di una grafica
di Picasso. Ci troviamo senza dubbio nella dimensione dell’Amore e dell’Eros, uno dei “fulcri” tematici – assieme al momento dedicato all’allegoria delle Arti e del Teatro, a quello della Tauromachia e a quello della Guerra – attorno ai quali si sviluppa questo excursus nell’immaginario e nella poetica del grande artista spagnolo.
L’immaginario di Picasso legato all’Eros è tratteggiato attraverso un vorticoso intrecciarsi di movimenti coreografici, musica, parole: sono quelle degli scritti di Picasso sulle donne e sull’amore, armoniosamente alternate a liriche di autori coevi e a lui vicini come Apollinaire (Lou ma rose) o Garcia Lorca di cui Albertazzi interpreta la toccante Tamar e Amone. Ritraggono il rapporto appassionato, fervido, ma anche conflittuale del pittore con il femminile, in cui egli riconosce oggetto di desiderio, ma anche musa artistica, e che restituisce in un affascinante e complesso ritratto percorso da emozioni e colori.
Dalle tonalità dell’amore – ambito in cui una breve parentesi richiama anche la permanenza di Picasso a Roma, quando aveva lo studio in Via Margutta – si passa ai tratti accesi della passione per l’arte: la riproduzione di un fondale creato per il Pulcinella (di cui Picasso curò l’allestimento per Diaghilev e i Balletti Russi nel 1920) assieme alla musica di Igor Strawinsky (che rivisita Pergolesi secondo un neoclassicismo compositivo molto singolare) introducono infatti alla riflessione sul Teatro e sull’Arte. Qui sono naturalmente al centro dell’attenzione le considerazioni sull’arte di Picasso, i suoi pensieri, la sua fantasmagoria creativa: accenti che Albertazzi restituisce in costume da Arlecchino, circondato dalla danza delle nove ballerine – che interagiscono con lui fortemente – trasformate in fantasiose, fiorite Colombine dallo scenografo e costumista Pier Paolo Bisleri. Il costume da Arlecchino è una citazione molto precisa della tela Arlecchino pensoso del 1901 del pittore stesso, ricostruita fedelmente sia nelle proporzioni, sia, addirittura, nei colori delle pezze blu del vestito (l’originale si trova al Metropolitan Museum of Modern Art di New York).
«Mi ci vollero quattro anni per dipingere come Raffaello, mi ci volle una vita per dipingere come un bambino»: sono la Weltanschaung di Picasso, il suo carisma, la sua personalità incandescente a vibrare in questa parte dello spettacolo. Trasmesse dai suoi stessi detti, dalle immagini proiettate,
da suggestioni e ricordi, frammenti biografici e iconografici preziosi per coglierne il messaggio e la novità. Punto di partenza sono gli Scritti sull’arte del pittore.
Sfilato il costume da Arlecchino, l’attore indossa ora la maglietta a righe di Picasso – che riconosceremo da tante note fotografie – e ci regala una suggestiva sequenza di aforismi.
La dimensione della creatività artistica sfuma sul piano onirico: come in un sogno appaiono le danzatrici ed eseguono una coreografia storica di Martha Graham, Steps in the Street, presentata per la prima volta a New York nel 1936.
Molto spesso si accostano l’innovazione che Martha Graham apportò nel mondo della danza a quella che Picasso donò all’arte del Novecento: la loro sensibilità fu per molti aspetti affine, entrambi possedevano personalità decise e di grande profondità. Ciò che le coreografie della Graham disegnano nello spazio del palcoscenico, rimanda fortemente a quanto viene trasmesso dalle tele del geniale pittore spagnolo: come accade per le inquietudini che increspano Steps in the Street, tutta giocata sulla severità delle ballerine in nero, dei loro movimenti spezzati costruiti sulla musica di Wallingford Reigger.
Il sogno per Albertazzi-Picasso è anche il momento in cui congiungere arte e amore, che si toccano nella sua vita tanto spesso: uno dei momenti più alti è quello che lo vede accanto all’artista, amante e amica Dora Maar (colei che documentò fotograficamente la creazione di Guernica). La donna è ricordata da versi di Picasso a cui succedono altre (Es Verdad, La sposa infedele) di Federico Garcìa Lorca.
Sulle note spagnoleggianti di De Falla da Il cappello a tre punte, le danzatrici ritornano in scena: una verrà abbigliata da torero dallo stesso Albertazzi a cui invece sarà consegnata una testa di toro (anch’essa ricostruita sulla base del quadro Dora e il Minotauro del 1936).
Si introduce così, in Cercando Picasso, il nucleo dedicato alla Tauromachia che nuovamente tesse in un’unica koinée frammenti di recitazione, di immagini (ammireremo la proiezione della grafica Studio per “Il cappello a tre punte”, Londra 1919) e di danza che richiamano al toro e alla corrida, elementi fondamentali nella poetica di Picasso. Il rosso e il nero che dominano l’estratto dalla coreografia Spectre 1914 (anch’essa parte del balletto Chronicle come Steps in the Street) nell’abito alato della solista (un costume disegnato nel 1936 dalla stessa Graham), sono il prologo a un flusso di emozionanti riflessioni sul “Duende” che attraversa – dice Federico Garcia Lorca – tutte le arti.
Un momento fortemente emotivo è la coreografia Deep Song che nel 1937 Martha Graham concepì sull’onda del turbamento per gli avvenimenti della guerra civile in Spagna: con questa danza il tema della Guerra si impadronisce del palcoscenico e vi riecheggia con le sue angosce, con suoi fragori e con le sue grida. Parla proprio di “gridi” il passo tratto da Sogno e menzogna di Franco di Picasso che Albertazzi recita, mentre sullo sfondo vengono proiettate le immagini di una libera trasposizione di Guernica (capolavoro del 1937, conservato attualmente al Museo Nazionale Reina Sofia): è il prologo al cuore dello spettacolo, la messinscena de Il desiderio preso per la coda.
Assistiamo a una serata a Parigi, nel 1941. La città è tormentata dai bombardamenti, ciononostante un gruppo d’intellettuali continua a riunirsi: quella sera avviene la prima lettura de Le desir.
Albertazzi annuncia i nomi di coloro che presenziarono all’evento: Dora Maar, Albert Camus, Simone de Beauvoir, Jean-Paul Sartre, Raymond Queneau Michel Leiris, Zanie Aubier, Jacques Bost, Germaine Hugnet e naturalmente l’autore, Pablo Picasso. Mentre risuonano le note di A Paris, nell’esecuzione di Yves Montand, Albertazzi-Picasso assegna agli amici i diversi ruoli de Le desir,
mentre le ballerine, una ad una appaiono in silhouette.
Esse rispondono nell’abbigliamento e nei movimenti, ai diversi personaggi citati e incarnano tutta la surrealtà che connota il testo. Le battute di ognuna sono invece recitate “fuori campo” da un cast di primi attori, di raro prestigio: Piera Degli Esposti è La Torta, Andrea Jonasson recita l’Angoscia Magra, Franca Nuti dà voce a l’Angoscia Grassa, Elisabetta Pozzi è la Cugina… fra loro, in scena, Giorgio Albertazzi interpreta Piedone. Il testo è una rappresentazione visionaria del desiderio di cibo, e s’interseca anche in questa singolare messinscena con la danza. Danzano le ballerine impegnate nei diversi ruoli del testo, attraversano ironiche e colorate – attorniando Piedone – questa visionaria creazione picassiana… Danza la solista, che esegue il celeberrimo, inquietante assolo Lamentation della Graham – oggi ritenuto una vera icona della danza moderna – proprio durante il lungo monologo dell’Angoscia Magra, un monologo che è essenza della testimonianza fantasmagorica e allo stesso tempo poetica delle lacerazioni della guerra, di cui Le desir è pervaso.
Dopo una simile denuncia, priva di cupe pesantezze e ricca di induzioni e suggestioni violente, lo spettacolo chiude in un sospiro di quiete: Albertazzi che è Picasso, ma anche artista egli stesso, e uomo contemporaneo, lascia intravedere al pubblico uno spiraglio di futuro e di pace. Tracciata
dalle sue stesse mani, l’immagine su cui lo spettacolo si spegne, è quella della Colomba della Pace, dedicata da Picasso al Berliner Ensamble di Brecht e divenuta uno dei suoi simboli.