Al Regio Torino il Ballet de Lyon

STAGIONE D’OPERA E DI BALLETTO 2013-2014

BALLET DE L’OPÉRA DE LYON

Limb’s Theorem – Giselle

Due grandi classici del repertorio contemporaneo interpretati dal corpo di ballo dell’Opera di Lione, per la prima volta al Teatro Regio

Teatro Regio, dal 29 novembre al 7 dicembre 2013

Il Ballet de l’Opéra de Lyon inizia il suo tour europeo da Torino. Il Teatro Regio ospiterà la compagnia di danza in due balletti dal forte sapore contemporaneo: Limb’s Theorem di William Forsythe con musiche di Thom Willems (29, 30 novembre ore 20 e 1 dicembre ore 15) e Giselle con la coreografia di Mats Ek sulla celeberrima partitura di Adolphe-Charles Adam (5, 6 dicembre ore 20 e 7 dicembre ore 15).

Il Ballet de l’Opéra de Lyon, una formazione di danzatori classici votata al repertorio contemporaneo, è una delle più note compagnie di danza del mondo. L’attuale direttore, Yorgos Loukos, si è impegnato fin dai primi anni Novanta nella diffusione del linguaggio coreografico contemporaneo, costruendo un repertorio di 93 titoli, 48 dei quali sono stati appositamente creati per il Ballet de l’Opéra de Lyon. Tutti i più grandi coreografi del Novecento hanno collaborato con la compagine francese, arricchendola con nuove proposte estetiche e rafforzandone l’identità contemporanea. Dagli americani Merce Cunningham, Trisha Brown, Lucinda Childs, Bill T. Jones agli europei Jirí Kylián, Sasha Waltz e Philippe Decouflé, solo per citarne alcuni, ogni coreografo ha sempre trovato nella compagnia lionese uno strumento perfetto per ideare e realizzare il proprio linguaggio artistico.

Al Teatro Regio la compagnia presenterà Limb’s Theorem. Il coreografo William Forsythe, nato nel 1949 a New York, si appassiona fin da giovane al mondo del balletto. La sua attività creativa sposa i fondamenti accademici, appresi alla Juilliard School, con una profonda ricerca estetica sul corpo, sperimentata durante gli anni trascorsi alla direzione del Frankfurt Ballet. Durante la sua formazione conosce grandi coreografi: Robert Joffrey, Jonathan Watts e Martha Graham, ma solo con l’esperienza in Europa prenderà il via la sua carriera di coreografo. Oggi Forsythe è riconosciuto come l’autentico erede di George Balanchine.

Limb’s Theorem, uno dei suoi spettacoli più emblematici, creato nel 1990 per il Frankfurt Ballet, è entrato nel repertorio del Ballet de l’Opéra de Lyon nel 2005. In questa coreografia c’è la sintesi espressiva della ricerca intrapresa da Forsythe sul corpo e il movimento; così il coreografo dettava il suo credo: «il vocabolario non è e non sarà mai vecchio, è la scrittura che può risultare datata». Il balletto, in tre atti, è di fatto una raccolta di tipici movimenti e gesti all’apparenza classici, grazie ai quali i ballerini creano un mondo onirico. Nella prima sezione, Limb’s 1, lo spazio si contrae e si espande con rapidi movimenti dei ballerini che, costantemente ai lati del palcoscenico, chiedono allo spettatore di scegliere cosa vedere e cosa eliminare. Estensioni esasperate, piedi flessi e polsi ripiegati sono invece i moduli gestuali dai quali si parte per la seconda parte del balletto: Enemy in the Figure, uno studio sulle ombre e le luci. In questa sezione si rivela il mondo creativo di Forsythe, capace di strutturare il ritmo attraverso il gesto, e lo spazio attraverso il tempo. La terza e ultima parte di Limb’s Theorem schiera il corpo di ballo al completo ed è l’apoteosi del virtuosismo, sia nelle sezioni solistiche sia in quelle di gruppo. In questo spettacolo il caos si organizza attraverso la danza, gli esecutori si raggruppano e i loro movimenti si ripetono a canone nel delimitare un limbo, un contorno, secondo un arcaico teorema: Limb’s Theorem appunto. William Forsythe firma coreografia e luci, le musiche elettroniche sono di Thom Willems, compositore d’avanguardia e uno dei padri del new sound, le scenografie della prima e terza parte sono di Michael Simon, quelle della seconda parte sono invece ideate dallo stesso Forsythe che dimostra, per l’ennesima volta, quanto il linguaggio odierno del balletto risieda non solo nei gesti dei ballerini.

Dal 5 al 7 dicembre il Ballet de l’Opéra de Lyon presenta un altro capolavoro: Giselle, balletto nel quale la tradizionale musica romantica di Adolphe-Charles Adam sposa il gesto contemporaneo di Mats Ek. Giselle venne presentata per la prima volta all’Opéra National de Paris nel 1841. Da allora, l’appassionata e tragica storia dell’ingenua contadina – sedotta ed abbandonata – non ha mai smesso di stimolare ballerini e coreografi. Nonostante questo balletto e le sue musiche ci parlino di leggiadre ragazze in tutù, il nocciolo del racconto è di una stravolgente modernità: l’amore, la sofferenza, il limite del sacrificio e la difficoltà dei rapporti umani. Proprio da questa lettura, così profonda e attuale, è partito il coreografo Mats Ek che, nel 1982, affronta Giselle e le dona una coreografia nuova e coinvolgente.

Mats Ek è nato in Svezia nel 1945 da una famiglia di artisti, inizia giovanissimo la sua attività, prima nel cinema – come assistente di Ingmar Bergman – poi nella danza, forma d’arte che non abbandonerà più.

La sua carriera di coreografo inizia rivisitando i grandi classici del repertorio romantico (la sua Giselle fa parte di questo periodo). La trama e i personaggi rimangono gli stessi, tutto il resto cambia. Ek chiede ai ballerini di far teatro con i loro gesti, di prendere l’espressività dall’energia quasi barbara dei loro movimenti. Proprio quest’aspetto diventa l’icona della Giselle di Ek, che ambienta il secondo atto in un ospedale psichiatrico nel quale la protagonista è rinchiusa, e dove le ballerine che le fanno da coro sono avvolte in claustrofobiche camicie di forza. Il profondo divario tra le romantiche note composte da Adam e le forti immagini pensate da Ek apre il campo all’espressività intesa come narrazione e mai come arido virtuosismo. In questa Giselle, con le scene e i costumi di Marie-Louise Ekman e le luci di Jörgen Jansson, il gesto dei ballerini diventa forte e scabro, non sono più gli stereotipati movimenti sulle punte o i jetés a strappare gli applausi del pubblico, bensì i salti acrobatici e la violenza dei lanci che danno nuova vita al capolavoro di Adam.

Le due produzioni sono realizzate nell’ambito di Torino incontra la Francia 2013, in collaborazione con il Festival Torinodanza.

Per Le conferenze del Regio, Marinella Guatterini presenterà, il 27 novembre alle 17.30, al Piccolo Regio Puccini, le due coreografie del Ballet de l’Opéra de Lyon.

Biglietteria del Teatro Regio, piazza Castello 215 – Tel. 011.8815.241/242 – e-mail:

biglietteria@teatroregio.torino.it. Info – Tel. 011.8815.557 e teatroregio.torino.it.