Scala

Giovanna d’Arco di Verdi torna alla Scala dopo 150 anni

Il 7 dicembre Riccardo Chailly, Anna Netrebko, Francesco Meli e Carlos Álvarez sono protagonisti dell’opera di Verdi che ebbe al Piermarini la sua prima assoluta nel 1845.

La regia è di Moshe Leiser e Patrice Caurier.

Il 7 dicembre 2015 la Stagione 2015/2016 del Teatro alla Scala si inaugura con Giovanna d’Arco di Giuseppe Verdi, che proprio alla Scala ebbe la sua prima esecuzione il 15 febbraio 1845 e che non vi viene eseguita dal 1865. La ripresa di quest’opera dopo 150 anni si inserisce nella linea artistica e culturale che darà forma alle stagioni scaligere dei prossimi anni: riproporre le opere che sono nate alla Scala e riallacciare il legame con l’immensa tradizione del nostro melodramma allargando il numero dei titoli, alternando i più famosi alla riscoperta di capolavori meno eseguiti e portando in palcoscenico le edizioni critiche. Con questo spettacolo Riccardo Chailly, al suo primo Sant’Ambrogio da Direttore Principale, anticipa un disegno artistico che si svilupperà nei prossimi anni accanto all’ambizioso progetto di esecuzione di tutte le opere di Giacomo Puccini.

La regia della nuova produzione scaligera è di Moshe Leiser e Patrice Caurier e il cast comprende Anna Netrebko nella parte di Giovanna, Francesco Meli nella parte di Carlo VII, Carlos Álvarez nella parte di Giacomo.

L’opera

Giovanna d’Arco, che sarà presentata alla Scala nell’edizione critica curata da Alberto Rizzuti per Ricordi / University of Chicago Press, è la settima opera di Giuseppe Verdi e la quinta scritta per la Scala. Il libretto di Temistocle Solera è liberamente tratto dal dramma di Friederich Schiller Die Jungfrau von Orléans (1801) che servirà da spunto anche per la versione di Čajkovskij del 1881.

Verdi tornerà a Schiller per il soggetto di ulteriori tre opere: I masnadieri (da Die Räuber), Luisa Miller (Kabale und Liebe) e Don Carlos. Giovanna d’Arco va in scena al Teatro alla Scala il 15 febbraio 1845 e il caloroso successo di pubblico è testimoniato dall’elevato numero di rappresentazioni, 17, e dalla popolarità del valzerino intonato dagli spiriti maligni, che diventa un tormentone degli organetti da strada milanesi. Gelida è, al contrario, la stampa. La prima Giovanna è una primadonna dalle grandi qualità belcantistiche, Erminia Frezzolini, già artefice del successo vocale della prima de I Lombardi alla prima Crociata alla Scala due anni prima. L’opera resterà sempre un cavallo di battaglia per grandi soprano.

Nonostante la buona accoglienza del pubblico, Giovanna è il casus belli che segna il divorzio tra Verdi e la Scala. Dopo i successi scaligeri di Nabucco e dei Lombardi il compositore aveva cominciato a ricevere offerte da altri teatri: Ernani era andato in scena a Venezia, I due Foscari a Roma, Alzira sarebbe stata rappresentata a Napoli pochi mesi dopo. Si fanno intanto più difficili i rapporti con l’impresario Merelli, accusato di scarsa cura nelle messe in scena, e con l’editore Ricordi: quando Merelli appresta scenografie inadeguate per Giovanna d’Arco e accetta di far pubblicare l’opera da Ricordi a condizioni sfavorevoli per Verdi, questi tronca i rapporti. Se con Ricordi si troveranno per le opere successive nuovi accordi più vantaggiosi per il compositore, la Scala dovrà attendere il 1887 per veder rappresentata una prima verdiana: Otello.

Giovanna d’Arco torna alla Scala due volte: nel 1858 per 7 rappresentazioni e nel 1865 con rinnovato successo: altre 17, come alla prima. Per quest’ultima apparizione scaligera Verdi indica come protagonista Teresa Stolz, cantante da lui ammiratissima e causa di formidabili gelosie domestiche, destinata a essere la prima Aida alla Scala e la prima interprete assoluta del Requiem.

Per riascoltare Giovanna d’Arco i milanesi dovranno attendere il 1951, quando Alfredo Simonetto dirige una leggendaria esecuzione in forma di concerto con l’Orchestra della RAI, solisti Renata Tebaldi, Carlo Bergonzi e Rolando Panerai. La fortuna ottocentesca dell’opera è alterna, anche perché la censura è allarmata da una possibile interpretazione risorgimentale ma soprattutto dal tema religioso: Giovanna è una figura controversa, processata per eresia, e sarà proclamata santa solo nel 1920. Si aggiunga la scabrosa ossessione del libretto per l’illibatezza della giovane, cui il padre chiede con insistenza “pura e vergine sei tu?”. Nelle riprese a Roma e Napoli la vicenda è anticipata di due secoli e il titolo è mutato in un’improbabile Orietta di Lesbo. Inoltre il pubblico è disorientato: il titolo sembrava promettere le grandiosità di un affresco storico sulla scia di Nabucco e dei Lombardi ma l’opera, nonostante le scene di massa che guardano a Meyerbeer, punta con decisone sul dramma familiare portando in primo piano il rapporto padre-figlia che nel Nabucco era rimasto all’ombra delle scene corali. Certo Verdi, scrivendo a Piave dopo la prima, non mostrava incertezze: “La mia opera migliore, senza eccezione e senza dubbio”. Tanta sicurezza appartiene certo all’atteggiamento risoluto sempre assunto da Verdi di fronte alle riserve sulla sua opera, ma tradisce evidentemente un’affezione autentica e il riconoscimento di un ruolo speciale. Giovanna d’Arco è, tra i titoli dei cosiddetti “anni di galera”, il più gravido di futuro, una partitura sperimentale che fa da cerniera tra le esperienze giovanili e la “trilogia popolare”. L’orchestrazione, curatissima, include fisarmonica, campane, sistri, arpe, un cannone e, nell’ultima romanza di Carlo, un sorprendente accompagnamento di corno inglese e violoncello solo. Ma soprattutto nella Giovanna troviamo prefigurati temi e personaggi del Verdi a venire: il rapporto tormentato tra padre e figlia tornerà in Rigoletto, mentre il personaggio di Carlo VII, irresoluto e impari al compito assegnatogli dalla Storia, annuncia il Don Carlos dell’opera eponima. Dal punto di vista musicale, sono numerosi gli spunti che troveremo sviluppati nel Verdi successivo: ricordiamo almeno l’attacco dell’Atto II che contiene in nuce il Dies Irae del Requiem, mentre il duetto d’amore che conclude lo stesso Atto prefigura il duetto di Un ballo in maschera. La marcia del III Atto è una prova generale delle scene trionfali di Don Carlos e Aida; il IV Atto si apre con una situazione drammatica che ritroveremo ne Il trovatore e prosegue con una battaglia che ha un forte parallelismo con quella de La forza del destino. Infine la tinta della morte di Giovanna (“S’apre il ciel”) tornerà decenni più tardi in “O terra addio”, il duetto finale di Aida.

(Nota: Verdi divise l’opera in 4 Atti, ma nell’edizione a stampa venne invece introdotta la partizione in un Prologo e tre Atti. L’edizione critica ripristina la lezione originaria in 4 Atti.

L’opera si darà con un solo intervallo tra il secondo e il terzo Atto).

Un’opera sconosciuta?

Se al Teatro alla Scala manca dal 1865, Giovanna ha goduto negli anni di un buon numero di esecuzioni, spesso legate al nome di grandi soprano. Abbiamo già ricordato l’esecuzione milanese del 1951, diretta da Alfredo Simonetto con Renata Tebaldi, Carlo Bergonzi e Rolando Panerai; la Tebaldi aveva debuttato nel ruolo poco prima a Napoli, nell’ambito delle celebrazioni per il cinquantenario della morte di Verdi, e lo riprenderà tra l’altro all’Opéra di Parigi. L’opera viene registrata in studio per la prima volta nel 1972, ed è una folgorazione: negli studi di Abbey Road si trovano Montserrat Caballé, Plácido Domingo e Sherrill Milnes, la London Symphony è diretta da un ventinovenne James Levine. Nello stesso anno il Teatro La Fenice fa debuttare nella parte Katia Ricciarelli con la direzione di Carlo Franci, mentre Maria Chiara incide l’aria “Sempre all’alba” con Nello Santi nel 1973.

Riccardo Chailly dirige Giovanna per la prima volta a Bologna nel 1989 con la regia di Werner Herzog e un cast formato da Susan Dunn, Vincenzo La Scola e Renato Bruson. Tra le esecuzioni degli anni successivi ricordiamo almeno quelle del Covent Garden nel 1996, con Daniele Gatti, la regia di Philip Prowse e June Anderson protagonista; del Carlo Felice di Genova nel 2001 con Nello Santi, la regia di Werner Herzog e Mariella Devia; del Regio di Parma nel 2008 con Bruno Bartoletti, la regia di Gabriele Lavia e Svetla Vassileva; e infine quella del Festival della Valle d’Itria di Martina Franca nel 2015 con Riccardo Frizza, la regia di Fabio Ceresa e Jessica Pratt. Al Festival di Salisburgo l’opera è stata presentata con grande successo nel 2013 in forma di concerto con la direzione di Paolo Carignani e Anna Netrebko, Francesco Meli e Plácido Domingo: la serata è stata registrata in un CD Deutsche Grammophon.

Gli artisti

Il librettista Temistocle Solera riduce a 5 i 27 personaggi della tragedia di Schiller: dal brulicare delle voci si passa al dramma familiare sullo sfondo di un coro che commenta l’azione come nella tragedia greca. Il cast del 7 dicembre si compone di alcune delle voci più autorevoli del panorama lirico internazionale, tutte già ascoltate e applaudite a Milano: Anna Netrebko debutta come Giovanna nel 2013 a Salisburgo, sempre accanto a Francesco Meli. La presenza scaligera di Anna Netrebko si apre nel 1998 con un concerto della Filarmonica diretto da Valery Gergiev; sempre Gergiev la dirige due anni più tardi in Guerra e Pace di Prokof’ev. Torna quindi come Donna Anna nel Don Giovanni diretto da Daniel Barenboim il 7 dicembre 2011 e come Mimì ne La Bohème diretta da Daniele Rustioni nel 2012.

Anche per Francesco Meli si tratta del secondo 7 dicembre: dopo il debutto scaligero nei Dialogues des Carmélites di Poulenc nel 2004, torna come Cassio nella ripresa dell’Otello diretto da Muti e come Arbace nell’Idomeneo inaugurale della stagione 2005/2006, diretto da Daniel Harding. Negli anni seguenti è Don Ottavio nel Don Giovanni (Dudamel 2006), Leicester in Maria Stuarda (Fogliani 2008), Cantante italiano nel Rosenkavalier (Jordan 2011). Dmitry Beloselskiy debutta al Piermarini nel 2013 come Zaccaria nel Nabucco diretto da Luisotti. Carlos Álvarez esordisce alla Scala nel 1996 con Riccardo Chailly cantando la parte di Sharpless in Butterfly. Nel 1999 e nel 2006 torna come Don Giovanni diretto rispettivamente da Riccardo Muti e Gustavo Dudamel.

Riccardo Chailly è Direttore Principale del Teatro alla Scala dal gennaio 2015 e sarà Direttore Musicale dal gennaio 2017. Il suo debutto alla Scala risale al 1968 con “I Masnadieri” di Verdi; in seguito ha diretto opere di Rossini, Verdi, Puccini, Prokof’ev e Bartók; con Aida ha inaugurato la Stagione 2006/2007. Il suo impegno con il teatro milanese negli anni a venire si concentrerà sul repertorio italiano con un ciclo di opere di Puccini già aperto nel maggio 2015 con Turandot e destinato a proseguire nel maggio 2016 con La fanciulla del West, ma anche con titoli di Verdi, Rossini e Donizetti. Riccardo Chailly ha già diretto Giovanna d’Arco a Bologna nel 1989 con la regia di Werner Herzog ma nel suo passato musicale compare anche un’altra Giovanna: ha infatti registrato con la Filarmonica la Cantata di Rossini nella trascrizione di Salvatore Sciarrino.

I registi

Raccontare la storia portando le intenzioni del compositore agli spettatori di oggi in stretta connessione con il dettato musicale: questo l’imperativo che guida la coppia di registi che da decenni lavora al centro di una squadra coesa e affiatata.

Oltre a loro, il belga Moshe Leiser e il parigino Patrice Caurier, ne fanno parte lo scenografo Christian Fenouillat, il costumista Agostino Cavalca e il light designer Christophe Forey. Leiser e Caurier lavorano insieme dal 1983 e hanno sempre sottolineato il carattere unitario dell’opera, uno spettacolo in cui musica e teatro devono crescere insieme. Refrattari al teatro decorativo come alle provocazioni, i due registi hanno situato l’azione delle opere che hanno messo in scena in epoche e luoghi diversi ma sempre cercando la collocazione più aderente alla verità drammaturgica del testo e alle intenzioni degli autori. Dopo gli inizi in Francia (in particolare a Lione) hanno realizzato spettacoli al Royal Opera House Covent Garden di Londra, al Theater an der Wien e alla Staatsoper di Vienna, al Mariinskij di San Pietroburgo, al Liceu di Barcellona, all’Opera di Zurigo e al Metropolitan di New York.

Nel 2014 hanno vinto l’International Opera Award per la loro produzione di Norma con Cecilia Bartoli al Festival di Salisburgo.

Gli incontri con Riccardo Chailly Dopo le presentazioni per gli Amici del Loggione e per la Fondazione Milano per la Scala, domenica 29 novembre il Maestro Riccardo Chailly ha incontrato gli studenti di tutte le Università milanesi che hanno assistito quindi a una prova dell’opera. Il dialogo con gli studenti, inaugurato con successo in occasione della Turandot di Puccini che ha aperto lo scorso maggio la programmazione scaligera per Expo, resterà come un appuntamento fisso nei 7 dicembre diretti dal M° Chailly nei prossimi anni e costituisce il momento più importante della serie di incontri con il pubblico che precederanno la Prima. L’incontro è stato ripreso da Rai5 che lo trasmetterà il 7 dicembre prima della diretta dell’opera.

Il 30 novembre alle ore 18 nel Ridotto dei Palchi “Arturo Toscanini” il Maestro Chailly conversa con Alberto Rizzuti, curatore dell’edizione critica dell’opera, per il ciclo di incontri Prima delle Prime organizzato dagli Amici della Scala in collaborazione con il Teatro alla Scala.

Infine, sabato 5 dicembre alle ore 19 il Maestro presenterà l’opera insieme all’Assessore alla Cultura del Comune di Milano Filippo Del Corno allo Spazio Teatro 89 nell’ambito del calendario “Giovanna d’Arco torna in città”.

Le introduzioni prima dello spettacolo

Torna alla Scala la consuetudine di far precedere le esecuzioni dei titoli di particolare interesse storico o culturale da un’introduzione per il pubblico. Prima di ciascuna recita di Giovanna d’Arco, a partire dal 10 dicembre, il professor Franco Pulcini terrà un incontro di presentazione dell’opera presso il Ridotto dei Palchi Arturo Toscanini. Gli incontri avranno inizio alle ore 19 e l’accesso sarà consentito agli spettatori muniti di biglietto per la serata.

Le trasmissioni in televisione e nei cinema e lo streaming dal backstage Anche quest’anno la serata del 7 dicembre sarà ripresa dalle telecamere di Rai5 e trasmessa in diretta televisiva in 13 Paesi europei, cui si aggiunge in differita il Giappone, mentre alla diretta radiofonica hanno aderito 22 emittenti europee. Sono inoltre previste dirette cinematografiche in Italia (01 Distribution), Francia, Spagna e Germania e differite in Corea, Giappone, USA e Australia.

È inoltre confermata anche per quest’anno la diretta in streaming dal backstage della Prima sul sito della Scala (teatroallascala.org), il momento saliente dell’attività online del Teatro, che si sta avvicinando ai 200.000 follower su twitter.

La prima diffusa: “Giovanna torna in Città”

Anche quest’anno il Comune di Milano realizza, con il sostegno di Edison e in collaborazione con il Teatro alla Scala, un calendario di manifestazioni collaterali che comprende 50 eventi gratuiti.

L’Anteprima Under30

Anche quest’anno il 4 dicembre la Scala aprirà l’anteprima dell’inaugurazione della Stagione al pubblico degli Under30. Lo scorso 5 novembre centinaia di ragazzi, molti dei quali si sono messi in coda già nel corso della notte, hanno affollato la biglietteria per assicurarsi un posto per quella che è ormai una tradizione consolidata del Sant’Ambrogio scaligero.

Le altre “Giovanne”

Il personaggio della santa guerriera ha ispirato compositori di epoche diverse: oltre a Verdi vanno ricordati almeno Rossini, Čajkovskij (La pulzella d’Orléans), Honegger (Jeanne d’Arc au bûcher).

Alla Scala la Giovanna d’Arco al rogo di Honegger giunge nel 1954 in italiano in un’edizione leggendaria: dirige Gianandrea Gavazzeni, le voci recitanti sono quelle di Ingrid Bergman e Memo Benassi, la regia è di Roberto Rossellini.

Nel 1961 Peter Maag dirige il raro mistero Giovanna d’Arco di Marco Enrico Bossi, con Raina Kabaivanska protagonista.

Tra le interpreti della Cantata di Rossini alla Scala ricordiamo Marilyn Horne (1979), Teresa Berganza (1988) e Joyce Di Donato (2007).

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Stagione 2015~2016

La Stagione 2015~2016, che comprende 15 titoli d’opera e 6 di balletto oltre alla Stagione Sinfonica, costituisce l’avvio di una serie di importanti progetti che disegneranno il volto del Teatro alla Scala per i prossimi anni.

Al centro della programmazione è il repertorio italiano, con 8 titoli. Accanto al grande repertorio si è scelto di proporre alcune opere che a dispetto della loro alta qualità e del loro significato per la nostra tradizione sono state meno eseguite in tempi recenti, con un’attenzione particolare ai titoli che hanno avuto alla Scala la loro prima assoluta.

Il Direttore Principale Riccardo Chailly inaugura la stagione presentando in edizione critica Giovanna d’Arco, la quinta opera scritta da Verdi per la Scala nel 1845 e che vi manca dal 1865. Una produzione che si avvale delle voci di Anna Netrebko, Francesco Meli e Carlos Álvarez e della regia di Moshe Leiser e Patrice Caurier.

Dopo il grande successo di Turandot, il ciclo dedicato a Giacomo Puccini prosegue con un nuovo allestimento de La fanciulla del West che ripropone per la prima volta l’orchestrazione originale di Puccini rimuovendo le modifiche apportate da Toscanini per la prima al Metropolitan. Il ciclo prevede l’esecuzione alla Scala di tutti i titoli pucciniani nei prossimi sette anni e la loro ripresa in audio e video.

Il ritorno al Piermarini de La cena delle beffe di Umberto Giordano, che qui fu battezzata da Toscanini nel 1924, avvia il progetto di rivalutazione dei compositori veristi. La possibilità di valorizzare questo repertorio così legato al Teatro e alla città, e in generale la tradizione dell’opera italiana, dipende dalla nostra capacità di aumentare il numero complessivo delle produzioni coinvolgendo sempre di più i lavoratori dell’Ansaldo, che sono uno dei nostri punti di forza.

Con Il trionfo del Tempo e del Disinganno la Scala riporta in scena il Barocco e inaugura un nuovo progetto dedicato alle esecuzioni storicamente informate. Dopo il grande successo del ciclo dedicato a Monteverdi, l’orchestra si propone di affrontare ogni anno un titolo del repertorio preclassico o classico con strumenti antichi e sotto la bacchetta di uno specialista, che in questo caso sarà Diego Fasolis.

Un motivo di particolare orgoglio per noi è la presentazione in prima esecuzione assoluta alla Scala di Fin de partie di György Kurtág, uno dei più illustri compositori viventi che a novant’anni ha scritto la sua prima pagina di teatro musicale. Il Teatro alla Scala, insieme al Festival di Salisburgo, riafferma così nel modo più autorevole il suo ruolo nel campo della musica contemporanea e rinnova il progetto di includere nella programmazione un’opera nuova ogni anno.

La Stagione Sinfonica, in cui sfilano alcuni dei più importanti direttori d’orchestra del nostro tempo, continua l’approfondimento del grande repertorio austriaco e tedesco intrapreso nel 2015 presentando

pagine di Mozart, Beethoven, Schumann, Brahms, Bruckner e Richard Strauss.

La Stagione del ballo presenta tre nuove produzioni e coinvolge due importanti coreografi italiani: Mauro Bigonzetti presenta la sua Cinderella che riporta nel repertorio scaligero il capolavoro di Prokof’ev con la direzione di un Maestro di assoluto prestigio come Michail Jurowski. Massimiliano Volpini riprende il progetto dei balletti su musiche da camera inaugurato nella scorsa Stagione da Cello Suites di Heinz Spoerli con Il giardino degli amanti, ispirato a pagine di Mozart. La terza nuova produzione è la prosecuzione del percorso di rinnovamento del grande repertorio intrapreso nel 2015 con La bella addormentata: nel 2016 è la volta de Il lago dei cigni, nella splendida versione di Alexei Ratmansky con la direzione di Vladimir Fedoseyev.

La nuova produzione de Die Zauberflöte segna l’inizio di un ciclo di allestimenti di grande prestigio

che vedranno coinvolti i giovani artisti dell’Accademia Teatro alla Scala. Peter Stein, una delle più prestigiose figure del teatro contemporaneo, ha accettato non solo di curare la regia ma anche di insegnare all’Accademia, mentre sul podio torna uno dei più autorevoli interpreti di Mozart oggi, Adam Fischer.

Nel 2016 ricorrono i 225 anni dalla scomparsa di Mozart e il Teatro alla Scala presenta una ricca programmazione dedicata al salisburghese: alle nuove produzioni de Die Zauberflöte e Le nozze di Figaro si aggiungono il balletto Il giardino degli amanti, concepito su alcune meravigliose musiche da camera, e il Flauto magico in riduzione per bambini in lingua italiana nell’ambito delle Grandi Opere per Piccoli.

Il grandissimo successo ottenuto in questi anni dai programmi del Teatro alla Scala per i giovani e per i bambini ci ha convinto a proseguire in questa direzione con determinazione ancora maggiore. Il nuovo progetto Grandi Opere per Piccoli, che è stato uno dei maggiori successi della scorsa Stagione con la presentazione della Cenerentola per i bambini, si sviluppa nel nuovo ciclo Grandi Spettacoli per Piccoli che include due Grandi Opere, la Cenerentola e un nuovo Flauto magico per i bambini,

un Grande Balletto, che sarà una riduzione de Lo schiaccianoci, e 5 Concerti per i bambini la domenica pomeriggio. Abbiamo anche aumentato l’offerta per gli UNDER30 affiancando alle opportunità di abbonamento esistenti una nuova formula, LiberoUNDER30, che permette di scegliere tre titoli d’opera, balletto o concerto.

La strategia di apertura alla città e al nuovo pubblico prosegue anche con il ritorno del progetto ScalAperta, che offre a metà prezzo 11 recite d’opera e 6 di balletto in modo da accogliere alla Scala anche chi in passato è stato scoraggiato dal prezzo dei biglietti.

La Stagione di Opera, Balletto e Sinfonica è realizzata con il sostegno di Intesa Sanpaolo che ringrazio anche per l’importante ruolo svolto in qualità di Socio Fondatore.

Desidero ringraziare inoltre tutti i Soci Fondatori del Teatro alla Scala e i numerosi Partner che ci affiancano nella realizzazione dei progetti artistici speciali della Stagione. Un pensiero particolare va a tutti i nostri abbonati e al pubblico che non cessa di mostrare entusiasmo e partecipazione alle attività del suo Teatro.

Alexander Pereira

Discovery: Chailly dirige Šostakovič agli Arcimboldi e guida all’ascolto della Quinta Sinfonia

La Filarmonica riscopre Šostakovič nel quarantesimo dalla scomparsa
e Chailly spiega al pubblico le sue scelte interpretative

Lunedì 1 giugno alle ore 20 la Filarmonica della Scala presenta il secondo appuntamento Discovery, il nuovo ciclo di concerti nell’anno di Expo in programma al Teatro degli Arcimboldi e realizzato grazie alla collaborazione con il Main Partner UniCredit e Comune di Milano. Sponsor del concerto è Gazprom. Nell’appuntamento dedicato alla Russia Riccardo Chailly dirige la Sinfonia n. 5 di Dmitrij Šostakovič con la formula della lezione-concerto, guidando il pubblico all’ascolto.

Nella prima parte del concerto, infatti, Chailly introduce l’opera, svela i passaggi musicali, la scrittura, l’estetica di uno dei capolavori del Novecento con gli esempi dell’orchestra, e ci guida attraverso le pagine, poco presenti sui leggii della Filarmonica, di un compositore geniale eppur discusso, Šostakovič, la cui opera, offuscata dal rapporto con Stalin, ha continuato a porre interrogativi sulle presunte debolezze dell’autore. Punta di diamante delle avanguardie russe o nemico del popolo? Autore libero e vitale o enfatico e celebrativo? Chailly rivela la sua interpretazione della Quinta, opera carica di tensione umana e fortemente espressiva, al cui centro rimane l’uomo e le sue esperienze, concepita liricamente come un unico che dagli impulsi tragici dell’inizio e gli elementi drammatici dei tempi precedenti si risolve in un trionfo attraverso notevoli effetti strumentali. Un trionfo che Chailly definisce “il trionfo di una finta celebrazione”.

Sul modello del grande maestro e compositore americano Leonard Bernstein, che insieme alla sua Filarmonica di New York negli anni sessanta tenne una serie di lezioni televisive alla Carnegie Hall, Riccardo Chailly ha promosso questo spirito didattico anche in Italia. Fin dai tempi del suo impegno con l’orchestra Verdi di Milano il direttore ha saputo mettere al servizio dei più giovani il suo grande approccio comunicativo coinvolgendo un pubblico nuovo. Questa esperienza rivive con la Filarmonica in Discovery, il ciclo pensato per avvicinarsi alla musica classica grazie alla chiarezza e alla facilità di linguaggio, all’approccio informale e ai prezzi contenuti.

Lunedì 1 giugno, 2015, ore 20.00
Teatro degli Arcimboldi
Filarmonica della Scala
Riccardo Chailly
D. Šostakovič, Sinfonia n. 5 in re min. op. 47

Informazioni e Biglietteria:
Aragorn ph. +39 02 465.467.467 (lun – ven 10 -13 e 14 – 17)
On line: geticket.it; vivaticket.it
Biglietti singoli da € 10 a € 45

La pianista Beatrice Rana alla Scala diretta da Marc Albrecht

A due anni dal suo primo concerto sul podio della Filarmonica il direttore tedesco Marc Albrecht torna alla Scala per dirigere il Quartetto n. 1 di Brahms nella versione orchestrale di Arnold Schönberg La pianista ventenne Beatrice Rana debutta al Piermarini con il Concerto n. 1 di Beethoven Prova Aperta domenica 24 alle 19.30 a favore dell’associazione Progetto Itaca

Lunedì 25 Maggio il direttore Marc Albrecht torna sul podio della Filarmonica della Scala dopo la calorosa accoglienza riservatagli, al suo debutto nel 2013, per la direzione di pagine del compositore Richard Strauss, di cui il direttore stabile dell’Opera e della Filarmonica di Amsterdam è uno degli interpreti più credibili. Albrecht, che alla Scala nel 2012 ha diretto con successo anche La donna senz’ombra, torna al Piermarini con la pianista Beatrice Rana. Dopo il secondo posto al prestigioso Concorso Van Cliburn nel 2013, la giovane interprete si è imposta rapidamente nel panorama internazionale e ora fa il suo esordio alla Scala con il Concerto per pianoforte n. 1 di Beethoven. Nella seconda parte del programma Albrecht dirige la versione orchestrale del Quartetto n. 1 di Brahms realizzata da Arnold Schönberg dall’originale per pianoforte e archi.

La sera prima del concerto, domenica 24 maggio alle ore 19.30, Marc Albrecht e Beatrice Rana saranno protagonisti anche della Prova Aperta, ultimo appuntamento della stagione con il ciclo “La Filarmonica della Scala incontra la città” che raccoglie fondi per il non profit milanese. Gli incassi della serata saranno devoluti all’associazione milanese Progetto Itaca che si occupa di informazione, prevenzione, riabilitazione e supporto alle persone affette da disturbi psichici e alle loro famiglie.

Domenica 24 maggio 2015, ore 19,30 – Prova Aperta
Lunedì 25 maggio 2015, ore 20,00 – Concerto
Teatro alla Scala
Marc Albrecht
Beatrice Rana, pianoforte
Beethoven, Concerto per pianoforte n. 1
Brahms, Quartetto n° 1 in sol minore, op. 25 (orch. A. Schönberg)

Informazioni
I biglietti sono in vendita sul sito geticket.it e presso l’Associazione Orchestra Filarmonica della Scala, Piazza Diaz, 6, dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 18.
Prezzi: Posto unico di Platea e Palco Euro 95/85 – I Galleria Euro 20 – II Galleria Euro 12 – Ingressi Euro 5

Prove Aperte
Per informazioni, prenotazioni e acquisto contattare Aragorn 02 465.467.467 dal lunedì al venerdì, dalle ore 10.00 alle ore 13.00 e dalle ore 14.00 alle ore 17.00. biglietteria@aragorn.it fax: 02465.467.77

Acquisto on line sul sito geticket.it e vivaticket.it

Prezzi: da € 5 a 35.

Il programma

Composto fra il 1795 e il 1798 e pubblicato nel marzo 1801 presso l’editore Mollo di Vienna, fu probabilmente eseguito da Beethoven durante la tournée concertistica del 1798 a Praga. L’aspetto “pubblico”, di brillante esito sonoro, è una delle molle del lavoro: il pianismo è più vicino ai modelli di Clementi e Kummel, con la tipologia sommaria di scale, arpeggi e altre formule di studio, piuttosto che alla raffinata invenzione mozartiana. Questo aspetto della scrittura pianistica si sposa, nel primo movimento (Allegro con brio), con una tematica orchestrale quanto mai netta e squadrata che, anche per la strumentazione con trombe e timpani, ricorda la simpatia del giovane Beethoven per le marcie e la musica militare di matrice francese. Anche nell’amabile Largo centrale l’esempio della romanza mozartiana riceve un’ambientazione più larga ed esplicita; ma il movimento più personale è il Rondò per la trascinante carica ritmica e per la quantità e l’umorismo degli episodi secondari.
Arnold Schönberg fu sempre un grande ammiratore di Brahms. In quel compositore riservato, che la storia aveva cercato di liquidare come l’ultimo erede di Beethoven, Schönberg vedeva un esponente del progresso musicale. La solida logica costruttiva che ruotava attorno alle idee musicali di Brahms gli sembrava un punto di partenza, il fondamento necessario alla definizione di un nuovo linguaggio. L’innovazione per Schönberg era una categoria da sottomettere ai principi di unità e coerenza; e in questo senso l’esempio di Brahms era imprescindibile. Schönberg dedicò per tutta la vita un interesse particolare al Quartetto op. 25, che amava definire «la quinta sinfonia di Brahms». Il lavoro risale all’estate del 1937, quando Schönberg si era stabilito negli Stati Uniti. Otto Klemperer aveva chiesto al compositore di trascrivere qualcosa per la sua orchestra. La scelta cadde sul Klavierquartett op. 25 di Brahms, per le ragioni esposte in una lettera al critico musicale del San Francisco Chronicle: «1. Mi piace questo pezzo 2. Viene suonato di rado 3. Viene suonato sempre molto male, perché migliore è il pianista, più forte suona e non si sente niente degli archi. Per una volta volevo sentire tutto, cosa che ho ottenuto». La lettera proseguiva indicando i criteri ai quali era ispirato il lavoro: «1. Rimanere fedelmente nello stile di Brahms e non andare più in là di quanto sarebbe andato lui stesso se vivesse oggi. 2. Osservare attentamente tutte le leggi alle quali Brahms obbediva e non violare nessuna di quelle che sono note soltanto ai musicisti educati nel suo ambiente».

Biografie

Marc Albrecht
Presenza dinamica e consapevole sia sui podi delle orchestre che nelle buche delle opere, ospite regolare delle più importanti orchestre e teatri lirici, Marc Albrecht è particolarmente acclamato per le interpretazioni delle opere di Wagner e Strauss e per l’impegno per la musica contemporanea. Marc Albrecht è oggi direttore stabile della Nederlandse Opera e delle Orchestre Filarmonica e da camera di Amsterdam.
I più recenti successi lo vedono sul podio della Saint Louis Symphony Orchestra, della Hallé Orchestra, delle Orchestre di Oslo e Stoccolma, della Residentie dell’Aja e di nuovo a Vienna e Berlino, Firenze e Stoccarda e Parigi, a Goeteborg, Bergen, Dallas. Nel 2015 dirigerà alla Netherlands Opera le produzioni di Lohengrin di Wagner e Macbeth di Verdi. Marc Albrecht ha inciso numerosi dischi per Pentatone con l’Orchestra di Strasburgo: i Poemi di Strauss, i Concerti di Dvorak e Schumann con Martin Helmchen e un CD con opere di Dukas, Koechlin, Ravel nonché un CD con le musiche per orchestra di Berg. Continua la collaborazione con Pentatone, per cui, con la Netherlands Philharmonic, ha inciso Das Lied von der Erde di Mahler nel 2013. L’Opera di Ansterdam ha anche pubblicato le registrazioni live di Elektra e Schatgraeber per l’etichetta Challange Labe.

Beatrice Rana
A soli vent’anni, la pianista Beatrice Rana si è già imposta sul panorama musicale internazionale guadagnandosi l’apprezzamento e l’interesse di organizzatori, direttori d’orchestra, critici e pubblico in numerosi Paesi. Nel giugno del 2013 si è aggiudicata il Secondo Premio e il ‘Premio del Pubblico’ al prestigioso Concorso Pianistico Internazionale ‘Van Cliburn’, ennesimo riconoscimento di rilievo nella sua già sorprendente carriera. Nel 2011 aveva già attratto l’attenzione generale vincendo il Primo Premio e tutti i ‘premi speciali’ al Concorso Internazionale di Montreal.
Già ospite di prestigiose orchestre, Beatrice Rana si esibirà nella stagione 2014 – 2015 con orchestre del calibro della Los Angeles Philharmonic, la Detroit Symphony, la London Philharmonic Orchestra alla Royal Festival Hall, l’Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia, l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai di Torino, l’Orchestra Filarmonica della Scala. Collabora con direttori affermati quali Yannick Nézet-Seguin, Leonard Slatkin, Fabien Gabel, Bernard Labadie, Susanna Mälkki, Miguel Harth-Bedoya, Andres Orozco-Estrada, Antonio Pappano, Joshua Weilerstein e Zubin Mehta.
Nata nel 1993 in una famiglia di musicisti, Beatrice Rana ha debuttato come solista al fianco di un’orchestra all’età di nove anni, esibendosi nel Concerto in fa minore di Bach.
Beatrice Rana ha registrato i Preludi di Chopin e la Seconda Sonata di Scrjabin per l’etichetta discografica Atma. Questa sua prima incisione ha riscosso un notevole successo a livello internazionale. Ad essa è seguita l’uscita nel novembre del 2013 del CD con la registrazione delle performance al Concorso Van Cliburn, edito dall’etichetta Harmonia Mundi.

Al Teatro alla Scala giunge la seguente comunicazione:

“Dopo aver combattuto una serie di infezioni alle vie respiratorie per tutto il mese trascorso, Anna Netrebko ha ricevuto dai medici la prescrizione di un assoluto riposo per almeno le prossime due settimane. Con grande rincrescimento è perciò costretta a rinunciare alle programmate recite di Manon alla Scala il 19 e 22 giugno, e a cancellare il concerto odierno nelle Notti Bianche di San Pietroburgo. Anna è costernata di dover mancare a questi appuntamenti, dal momento che attendeva con ansia di cantare
nella sua città natale, San Pietroburgo, e di interpretare Manon alla Scala per la prima volta. È grata a tutti per la comprensione in questo momento per lei difficile, e ansiosa di tornare in palcoscenico il più presto possibile, in particolare per il prossimo appuntamento alla Scala con La Bohème in ottobre”.

Il soprano Ermonela Jaho, già impegnata nella produzione fin dalle prime prove, sosterrà la parte di Manon in tutte le recite in cartellone.

“Requiem” di Verdi il 27 agosto alla Scala

Appuntamento straordinario prima della tournée

La partenza della prossima tournée internazionale della Scala aggiunge un appuntamento non programmato alla Stagione in corso: la Messa da Requiem di Verdi sarà eseguita a Milano il 27 agosto ed eccezionalmente aperta al pubblico prima di essere portata dal Coro e dall’Orchestra del Teatro ai festival di Lucerna (29) e di Salisburgo (1 settembre).

Sotto la bacchetta del Direttore Musicale, Daniel Barenboim, un quartetto di grandi voci: Anja Harteros, Elīna Garanča, Jonas Kaufmann, René Pape.

Biglietti da 10 a 165 euro (Infotel Biglietteria 0272003744).

Anna Netrebko “entra” in Manon alla Scala

Natalie Dessay rinuncia per motivi di salute

Per motivi di salute, Natalie Dessay ha dovuto rinunciare alla sua partecipazione alla Manon di Massenet che andrà in scena alla Scala dal 19 giugno, sotto la direzione di Fabio Luisi, per la regia di Laurent Pelly.

Sarà Anna Netrebko a sostenere il ruolo di Manon Lescaut nelle recite del 19 e del 22 giugno, Ermonela Jaho in quelle  del 25 e 29 giugno, 2, 5, 7 luglio.

STAGIONE 2012-2013

Questa conferenza sulla Stagione 2012-2013 è molto diversa da quelle che l’hanno preceduta: avviene tre giorni dopo che il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e il Ministero del Tesoro hanno riconosciuto alla Scala la Forma organizzativa speciale prevista dalla Legge, ovvero l’autonomia che questo teatro persegue da sempre.

È strano ed emozionante, per me, che questo riconoscimento, chiesto già da Toscanini, da Ghiringhelli e da tutti i sovrintendenti che mi hanno preceduto, giunga durante il mio mandato. Ho presentato quattro anni fa la prima richiesta di autonomia per la Scala ed è significativo che si concretizzi in questo momento della vita italiana. Devo ringraziare il Governo e il Ministro Ornaghi perché grazie a loro si conclude proprio oggi un percorso così lungo e importante nella storia della Scala.

Il doppio bicentenario della nascita di Giuseppe Verdi e Richard Wagner, sfida alla quale la Scala si sta preparando da tempo, ha imposto in forma del tutto naturale il tema alla Stagione artistica 2012-2013, che sarà quasi esclusivamente dedicata ai due autori che dominano il teatro d’opera dell’Ottocento.

Delle sedici produzioni che verranno messe in scena dal 7 dicembre 2012 al 7 dicembre 2013, otto sono titoli verdiani, sei titoli wagneriani. Due sole eccezioni al binomio Verdi-Wagner: un’opera nuova in prima esecuzione italiana, Cuore di cane di Alexsandr Raskatov, dal romanzo satirico di Bulgakov, diretta da Valery Gergiev e con la regia di uno dei più grandi registi di oggi, Simon McBurney, per la prima volta alla Scala; e un titolo giovanile di Rossini, La scala di seta, come spettacolo di vetrina per l’Accademia, con la ripresa di una regia di Michieletto e la direzione di Christophe Rousset.

Nel 2013, quasi tutte le importanti o promettenti bacchette di scuola italiana saranno riunite alla Scala nel segno dell’opera: Daniele Gatti dirigerà la Traviata del 7 dicembre 2013; Fabio Luisi, prossimo direttore musicale del Metropolitan di New York, sarà impegnato nella ripresa di Don Carlo; Nicola Luisotti dirigerà la Aida; il giovane Daniele Rustioni si confronterà con Un ballo in maschera, e Riccardo Frizza dirigerà Oberto conte di San Bonifacio, primo titolo ufficiale del catalogo verdiano.

Con la rosa di queste presenze, praticamente tutte le generazioni di direttori italiani lavoreranno alla Scala, dopo il ritorno di Claudio Abbado il prossimo ottobre 2012, per i 70 anni di Barenboim, e in vista dell’impegno di Riccardo Chailly con un grande progetto sinfonico per i 150 anni dalla nascita di Strauss nel 2014 e soprattutto l’inaugurazione dell’Expo nel 2015, con Turandot di Puccini con il finale di Berio.

Il lavoro di questi ultimi anni ha sempre avuto fra i suoi primi obiettivi il rinnovamento del repertorio verdiano, nella prospettiva di dotare la Scala nuova produzione di Nabucco; Gianandrea Noseda riprenderà di un patrimonio di spettacoli nuovi per i prossimi anni – per l’Expo e oltre – soprattutto sui titoli affidati ad allestimenti carichi di anni e molto visti.

Il risultato di questo lavoro è che dal 2015-2016 più di 40 titoli del repertorio italiano potranno contare su nuovi spettacoli, pronti per essere ripresi in qualunque momento.

Credo molto in Mario Martone: ha creato un bellissimo doppio spettacolo su Cavalleria rusticana e Pagliacci, e, dopo la prossima Luisa Miller, mi è sembrato ideale per la sua sensibilità a prendere in consegna il raro Oberto, l’opera con cui Verdi debuttò alla Scala nel 1839. Opera giovanile, direttore giovane ed esperto, Riccardo Frizza, ma soprattutto un grande cast di voci italiane “sulla parola”: Fabio Sartori, Sonia Ganassi, Maria Agresta, Michele Pertusi.

Il più recente allestimento di Nabucco in repertorio alla Scala è del 1986. Dopo ventisette anni era logico pensare nel 2013 a una nuova produzione, e per i caratteri di questo titolo glorioso per la Scala, il primo grande successo di Verdi a Milano, ho deciso di affidare lo spettacolo a una interessante coppia regista-scenografo, Daniele Abbado e Alison Chitty, che offrirà un progetto astratto e rigoroso. È venuto spontaneo il connubio con un direttore come Nicola Luisotti, che con la poetica e la lingua del primo Verdi ha dimostrato molta vicinanza.

Cantanti? Leo Nucci, Ambrogio Maestri, Aleksandr Antonenko, Liudmila Monastyrska, Lucrezia Garcia, Veronica Simeoni.

Giorgio Barberio Corsetti ha un posto di rispetto nel teatro italiano, ha già messo in scena diversi lavori di Shakespeare e ha buoni motivi per offrire una rilettura moderna e consapevole al primo dei tre titoli scespiriani di Verdi, Macbeth, consegnato a uno spettacolo del 1997. Opera visionaria che per la direzione potrà contare sul genio di Valery Gergiev e su cantanti come Franco Vassallo, Lucrezia Garcia, Stefano Secco.

Damiano Michieletto è considerato da tutti uno dei registi più interessanti in Italia. Gli ho chiesto di lavorare su un progetto molto attuale per Un ballo in maschera, opera di drammaturgia complessa, affidata a un allestimento del 2001, e me ne ha portato uno molto interessante e rivelatore. Nel progetto entrano con pari rilievo la bacchetta del giovane Rustioni, le voci di Marcelo Álvarez, Zeljko Lucic, Sondra Radvanovsky, Patrizia Ciofi.

La quinta nuova produzione verdiana, Falstaff, verrà creata da Robert Carsen, regista che finora non ha mai tradito le aspettative. La sua esperienza e la sua capacità di approfondimento mi sono sembrati ideali per l’ultima creazione di Verdi, sempre da Shakespeare.

Dall’Idomeneo del 2005, Daniel Harding è cresciuto come interprete in molti e diversi repertori, non ultimo l’opera italiana di Mascagni e Leoncavallo, ed è ormai della famiglia scaligera.

Terfel credo siano quanto di meglio si possa chiedere, ma anche il Ford di Fabio Capitanucci, l’Alice di Barbara Frittoli, il Cajus di Carlo Bosi, il Fenton di Francesco Demuro, il Bardolfo di Riccardo Botta, la Mrs. Quickly di Daniela Barcellona.

La sesta nuova produzione verdiana, che apre la Stagione 2013-2014, ma virtualmente chiude l’anno verdiano del 2013, La traviata, sarà affidata al regista russo Dmitri Cherniakov. Nel suo bellissimo Eugenio Oneghin alla Scala, con i complessi del Bol’šoj, ho visto un regista capace di indagare con sguardo profondo il mondo femminile, sintetizzandolo in un ritratto di donna “in un interno”, quale Traviata mi dicono che sia. Insieme a questo pensiero registico è nata l’idea che Daniele Gatti, direttore affermato nel mondo, potesse riprendere alla Scala un discorso interrotto. Ne sono felice. Ma confesso che questa Traviata è nata pensando a Diana Damrau come Violetta.

Come vedete, la programmazione verdiana comprende la prima opera (Oberto) e l’ultima (Falstaff). Sono due titoli – andati in scena alla Scala a oltre cinquant’anni di distanza tra loro – che sembrano scritti da due musicisti differenti, tanto grande è stata l’evoluzione dello stile musicale di Verdi. E proprio di questa grande evoluzione parla il cartellone del 2013, perché in programma ci sono opere che appartengono a tutti i periodi.

La nostra stagione verdiana è una “antologia” di tutta la sua opera, al punto che, quando abbiamo organizzato le conferenze di “Prima delle Prime”, abbiamo osservato che esse rappresentavano un ciclo in sé unitario. Se osservate il titolo di ogni incontro, vedrete anche un sottotitolo che si riferisce agli anni in cui la singola opera si colloca: chi seguirà tutte le conferenze, potrà anche farsi un’idea della vita e dell’opera di Verdi, dall’inizio alla fine.

WAGNER

All’interno di questa Stagione è incastonato un progetto speciale: il Ring – ovvero le quattro opere che compongono la Tetralogia – eseguito in forma unitaria, come intendeva Wagner, nella stessa settimana e per due settimane consecutive. Non si faceva alla Scala, in questa forma, dal 1938 .

Questo è un evento assolutamente straordinario che se da un lato tradizionalmente certifica le potenzialità di un teatro, dall’altro ne massimo grado la qualità artistica e le capacità produttive.

Il progetto del Ring alla Scala ha diversi significati e messaggi intrecciati:

1) conclude il progetto avviato nel 2010 con L’oro del Reno e La Walkiria, portato avanti nel 2012 con Sigfrido e perfezionato nel 2013 con Il crepuscolo degli dèi.

2) presenta la Scala internazionalmente come un teatro capace di esiti importanti anche nel repertorio tedesco (com’è peraltro documentato dalla sua storia, con Toscanini, Panizza e De Sabata, nonché Siegfried Wagner, Clemens Krauss, Wilhelm Furtwängler, Herbert von Karajan, André Cluytens, tutti direttori di importanti Tetralogie scaligere);

3) testimonia una capacità attrattiva che nasce dalla fama internazionale e dalla reputazione wagneriana del Direttore Musicale, Daniel Barenboim;

4) offre al pubblico straniero un progetto imponente ma godibile in un breve arco di tempo: L’oro del Reno il lunedì, La Walkiria martedì, Sigfrido giovedì e Il crepuscolo degli dèi il sabato.

Il Ring viene proposto come piccolo festival a tema inscritto nella stagione, con forme autonome di abbonamento. E accanto al Ring, la programmazione wagneriana offre tre opere: a) Il crepuscolo degli dèi, ultimo anello della Tetralogia, più due titoli del Wagner più lirico e romantico; b) Lohengrin, 7 dicembre 2012, sempre con la direzione di Daniel Barenboim e con la regia di Claus Guth, che avete appena conosciuto con La donna senz’ombra di Strauss;

c) L’olandese volante, in marzo, sotto la bacchetta di Hartmut Haenchen e la regia di Andrea Homoki, con Byrn Terfel nel ruolo del protagonista.

BALLETTO

La programmazione del Balletto, diretto da Makhar Vaziev, si è concentrata sulla proposta di grandi titoli, di spettacoli a serata intera e sulla ripresa di produzioni classiche. Con il primo spettacolo della Stagione, Roméo et Juliette di Berlioz nella coreografia di Sasha Waltz, vero capolavoro del suo genere.

Sono orgoglioso che debutti qui un’artista che ammiro: Sasha Waltz non è mai stata alla Scala ed è bello che abbia accettato con entusiasmo di lavorare con la nostra Compagnia. E sul podio avremo James Conlon, per proseguire sulla linea inaugurata con Barenboim e Harding: quella di dare alla musica del Balletto quel che la buona musica merita.

Poi verranno le riproposte di Nôtre-Dame de Paris, omaggio a Roland Petit, da poco scomparso, che ho avuto la fortuna di conoscere e con il quale ho  lavorato.

Torneranno Giselle, che ha riscosso enorme successo in tutte le nove recite di quest’anno, Il lago dei cigni, L’altra metà del cielo e infine L’histoire de Manon.

Tutte le riproposte dei grandi titoli classici sono segnate dalla presenza costante delle due stelle “di casa”, Roberto Bolle e Svetlana Zakharova, con l’aggiunta di non meno straordinari ospiti come Aurèlie Dupont, Natalia Osipova e Ivan Vasiliev.

CONCERTI

Per la Stagione sinfonica da diversi anni siamo impegnati nel confermare o stabilire un rapporto con i più grandi direttori della scena musicale, che nel 2013 saranno Christoph von Dóhnanyi, Daniel Harding, Robin Ticciati, Nicola

Luisotti, Gianandrea Noseda, Ingo Metzmacher, al quale ho chiesto un concerto dedicato a Luciano Berio, nei dieci anni dalla morte.

I 150 anni dalla nascita di Debussy (che cadono in questo 2012) mi hanno invece suggerito una integrale delle composizioni per pianoforte, in quattro appuntamenti nel Foyer Toscanini, con Alain Planès.

E i 70 anni dalla morte di Rachmaninov, cui Gianandrea Noseda dedicherà il suo appuntamento sinfonico, hanno concretizzato una rassegna di musica da camera, corredata di testimonianze, conferenze e un film, sempre in quattro giornate e nel Foyer Toscanini.

I 7 Concerti di Canto saranno realmente una vetrina delle voci che il pubblico di un teatro come la Scala vuole ascoltare anche nella dimensione cameristica del recital: Vittorio Grigolo, Jonas Kaufmann, Joyce DiDonato, Angela Gheorghiu, Juan-Diego Flórez, Matthias Goerne, con la serata un po’ speciale del 6 maggio, in cui Barbara Frittoli canterà accompagnata da Daniel Barenboim e dal clarinetto di Fabrizio Meloni.

Nel 2013 l’offerta musicale sarà la più alta degli ultimi anni e il cartellone supererà i venti titoli: ventuno per la precisione. Ma non basta: fra pochi mesi, già nel 2012, l’attività fuori sede subirà una accelerazione formidabile.

Sia per quantità, sia per qualità. Anche questo grazie alla spinta delle celebrazioni verdiane nel mondo.

TOURNÉE

In agosto registreremo dal vivo in teatro la Messa da Requiem di Verdi, che subito dopo porteremo in tournée con Daniel Barenboim e un quartetto di voci composto da Anja Harteros, Jonas Kaufmann, Elina Garanča, René Pape. Il dvd uscirà nel 2013, insieme a un altro cd verdiano con i Quattro pezzi sacri e il Quartetto per archi nella versione orchestrale.

Il calendario è questo: il 27 agosto alla Scala una recita straordinaria della Messa da Requiem come eccezionale anteprima del tour in partenza; il 29 agosto saremo al Festival di Lucerna; l’1 settembre al Festival di Salisburgo, e la sera stessa partiremo per Mosca, dove in una settimana terremo tre recite di Don Giovanni e un concerto al Bolshoi.

Il Requiem ci farà tornare nel 2013 alla Philharmonie di Berlino, dopo il grande successo dei due recenti concerti della Filarmonica, sempre per il Festival di Pasqua.

Ma la tournée più impegnativa, sempre nel segno di Verdi, sarà quella che porterà il Teatro al completo in Asia per 5 settimane e 22 serate: un ritorno ormai di tradizione in Giappone con Falstaff diretto da Daniel Harding, Rigoletto diretto da Gustavo Dudamel, il balletto classico Roméo et Juliette (coreografia di McMillan); e quindi, lo sbarco per la prima volta, in Cina, a Pechino, con Aida (direttore Dudamel). In entrambi i Paesi con corredo di concerti sinfonico-corali.

ATTIVITÀ COLLATERALI

Una stagione celebrativa contiene già la promessa di attività collaterali che arricchiscono il cartellone. Insieme al Comune di Milano faremo in modo di proseguire la bella esperienza di Don Giovanni, che ha favorito “ricadute” sulla città di diversa natura e in luoghi prima mai toccati dall’attività della Scala.

Creeremo percorsi verdiani, coinvolgendo anche spazi importanti e nuovi in quella “città della Cultura” che sta nascendo nel centro storico, come le bellissime Gallerie Nazionali di Piazza Scala e Via Manzoni. Ma anche in teatro offriremo appuntamenti “eccentrici”.

Wagner, conferenze e film

Non c’è dubbio che il pubblico dell’ “Anello del Nibelungo” si presenterà ben preparato, ma a chi volesse fare un ripasso della trama e di qualche importante motivo conduttore, offriremo nel Ridotto dei palchi una breve e semplice presentazione al pianoforte prima di ogni recita.

Durante la programmazione del Ring, la sala grande del Piermarini verrà aperta anche a due proiezioni di film legati a Wagner, una per ogni ciclo.

La prima è la versione integrale di “Ludwig” di Luchino Visconti, che quando uscì nelle sale nel 1972 era in versione incompleta. È anche un omaggio al regista milanese, che sul palcoscenico della Scala guidò Maria Callas in quella lezione di identificazione coi personaggi che è parte del suo mito.

L’altra è lo sceneggiato “Wagner” di Tony Palmer, il celebre regista inglese specializzato in biografie di musicisti, che sarà presente alle proiezioni per introdurre la sua opera al pubblico. Nel cast c’erano Vanessa Redgrave, Richard Burton, Sir Laurence Olivier, Sir John Gielgud.

Verdi, letture e percorsi

Molti storici affermano una scomoda verità: che dell’artista sia giusto prendere l’opera e mettere da parte l’uomo. Ma per Verdi non è così. L’uomo Verdi resta anche un punto di riferimento “morale” degli italiani nell’età del Risorgimento e dell’Unificazione. Verdi rappresenta per l’Italia il rigore, il coraggio, l’etica, l’assolutezza dei principi. La sua opera e la sua vita incarnano quello che potremmo chiamare l’archetipo dell’esempio paterno.

Qualcuno sostiene – e siamo d’accordo -, che in fondo, nei suoi libretti, anche i più apparentemente lontani da noi, Verdi raccontava sempre l’Italiano, con i suoi difetti, i suoi pregi, i suoi caratteri, la sua identità.

A differenza di Wagner, Verdi non ha mai scritto un’autobiografia e si è rifiutato di farlo quando gliel’hanno chiesto. Però sapeva che un giorno le sue lettere sarebbero state pubblicate – o si aspettava che lo fossero, avendole tutte affidate a un copialettere – e forse per questo motivo sono così vive e interessanti. Così, nel giorno del bicentenario della nascita – il 10 ottobre 2013 –, abbiamo scelto di far risuonare la voce dell’uomo Verdi, attraverso una scelta di suoi scritti. In palcoscenico li leggeranno personalità della cultura, della società civile, della politica, dal momento che Verdi fu anche loro collega, come senatore della prima Repubblica.

FINALE

Quando sono arrivato alla Scala, il 2013 mi sembrava così lontano. Il destino ha invece deciso che la mia storia incrociasse questa celebrazione. Sono un po’ commosso di essere sovrintendente e direttore artistico alla Scala nell’anno di Verdi. Fortuna o sfortuna?

Fortuna direi. Ho lavorato molto su questo progetto, e sono felice che tanti,  tantissimi artisti – direttori, cantanti, registi –, alla fine mi abbiano detto sì.

Attendiamo il ritorno di Claudio Abbado. Ci aspettano grandi viaggi nell’Europa della tradizione e nell’Estremo Oriente del futuro. La sala ogni sera è piena al 97%. Gli abbonati credono in noi e sono aumentati.

La Scala compie il suo dovere di teatro pubblico grazie all’impegno soprattutto dei suoi lavoratori, con il sostegno degli enti pubblici, con la presenza costante, vicino a me e al Consiglio di Amministrazione, del Presidente Giuliano Pisapia, e del Vicepresidente Bruno Ermolli. Sono molto grato a entrambi. E non saremmo a questo punto del nostro percorso senza anche il sostegno decisivo dei nostri Soci fondatori e dei moltissimi sponsor. In particolare di IntesaSanpaolo, che rimane sempre al nostro fianco come main partner della Stagione.

Tutti agiscono convinti che solo dalla cultura possa ripartire la crescita di una società civile democratica.

L’Italia e l’Europa vivono tempi difficili. Ma a celebrare Verdi c’è un Teatro alla Scala vivo, che non si arrende e che guarda avanti.

Stéphane Lissner

Sintesi dei protagonisti della Stagione 2012/2013
(in ordine cronologico di apparizione)

Direttori d’Opera
Barenboim, Harding, Luisotti, Haenchen, Gergiev, D’Espinosa, Frizza, Rustioni,
Rousset, Luisi, Noseda

Direttori di Concerti
Von Dohnányi, Ticciati, Luisotti, Harding, Noseda, Metzmacher

Registi
Guth, Carsen, D. Abbado, Homoki, McBurney, Barberio Corsetti, Martone, Cassiers, Michieletto, Braunschweig, Zeffirelli

Cantanti principali
Pape, Kaufmann, Harteros, Tomasson, Herlitzius, Maestri, Terfel, Capitanucci, Demuro, Frittoli, Lungu, Barcellona, Nucci, Antonenko, Kowaljow, Monastyrska, Anger, Kampe, Vogt, Plowright, Szot, Vassilieva, Vassallo, Kocán, Garcia, Secco, Sartori, Ganassi, Agresta, Pertusi, Storey, Theorin, Samuil, Meier, Álvarez, Lucic, Radvanovsky, Dyka, Cornetti, Ciofi, Cavalletti, Serafin, Gubanova, Krasteva, He, Berti, De Leon, Anastassov, Spotti, Volle, Kränzle, Bronder, Larsson, O’Neill, Petrenko, Ryan, Uusitalo, Tsymbalyuk, Grochowski, Prudenskaya Compositori della Stagione d’Opera Wagner (6), Verdi (7), Raskatov (1), Rossini (1)

Compositori della Stagione dei Concerti
Schumann, Brahms, Berlioz, Chausson, Debussy, Ravel, Rimskij-Korsakov, Čajkovskij, Panfili, Wagner, Mahler, Rachmaninoff, Beethoven, Berio

Cantanti solisti dei Concerti
Röschmann, Goerne, Grigolo, Frittoli, Kaufmann, DiDonato, Gheorghiu, Flórez

Coproduzioni
Royal Opera House, Londra; Canadian Opera Company, Toronto; Houston Grand Opera; Gran Teatre de Liceu, Barcellona; Opernhaus, Zurigo; Den Norske Opera and Ballett, Oslo; Staatsoper Unter den Linden, Berlino

RAI5 E SCALA ANCORA INSIEME

Grandi dirette e il 7 dicembre il Lohengrin di Wagner

Dopo il grande ascolti, con una media di oltre 427.000 spettatori, e dopo La Valchiria dell’anno precedente,  Rai5  torna  a  trasmettere  in  diretta  l’inaugurazione  della  stagione del Teatro alla Scala di Milano.

Sarà  dunque  il Lohengrin  di  Wagner  diretto  da  Daniel  Barenboim  con  la  regia di Claus Guth a entrare nelle case di tutti gli italiani venerdì 7 dicembre 2012, grazie  alla  rete  Rai  dedicata  all’intrattenimento  culturale.  E  l’offerta  di  eventi in  diretta  continuerà  anche  durante  il  corso  della  stagione,  con  altri  grandi spettacoli  dal Teatro alla Scala.

Sei saranno i titoli proposti nella Stagione di danza 2012~2013, che vedrà impegnato il Corpo di Ballo lungo l’intero arco dell’anno, con una programmazione anche nel mese di luglio.

Molti dei titoli sono ripresi dal repertorio, senza dimenticare l’impegno di offrire al pubblico e alla compagnia, in ogni stagione, un nuovo balletto da interpretare e allestire per la prima volta sul palcoscenico del Teatro.

Così sarà per l’inaugurazione, tra dicembre 2012 e gennaio 2013. Per nove recite, più la consueta Anteprima dedicata ai giovani, il primo titolo porterà la firma di una delle figure di spicco del teatro-danza contemporaneo: Sasha Waltz. Il suo Roméo et Juliette, creato nel 2007 per l’Opéra di Parigi, per la prima volta allestito alla Scala, è un grandioso spettacolo che coinvolge tutte le masse artistiche: ballo, orchestra e coro. La “Sinfonia Drammatica” di Hector Berlioz, rivisitata coreograficamente, sarà infatti l’occasione per proseguire, nell’incontro tra danza e grande musica, l’avviata tradizione di avere sul podio
un direttore di spicco: dopo Daniel Barenboim e Daniel Harding, quest’anno lo spettacolo inaugurale sarà affidato a James Conlon. Nelle recite di apertura danzeranno Roberto Bolle e Aurélie Dupont, étoile dell’Opéra di Parigi per cui Sasha Waltz ha creato il ruolo di Giulietta.

Anche il balletto in scena tra febbraio e marzo trae la sua origine da un testo letterario e ancora una volta è manifesto dell’originalità e della creatività del suo autore. Un autore speciale, Roland Petit, che la Scala onora poco tempo dopo la sua scomparsa, mantenendo vivo l’ampio repertorio che ha donato alla compagnia nella sua lunga carriera; tutti titoli che parlano della sua originalità conquistatrice, della inesauribile creatività, della vena artistica di grande uomo di teatro. Nôtre-Dame de Paris, capolavoro ispirato al romanzo di Victor Hugo, la musica di Maurice Jarre, le scene di René Allio e i costumi di Yves
Saint-Laurent, ritorna alla Scala dopo oltre dieci anni dalle ultime rappresentazioni.
Per alcune recite danzeranno Roberto Bolle e Natalia Osipova, che, nuovamente alla Scala dopo lo straordinario successo di Don Chisciotte, ora si cimenterà con il ruolo di Esmeralda. In altre recite, per la prima volta sul palcoscenico della Scala, il virtuoso fuoriclasse Ivan Vasiliev.

Nelle novità e nelle riprese di questa stagione la danza offre numerose prove sia sul piano tecnico sia su quello “attoriale”, per il Corpo di Ballo; il proporre con continuità lavori già collaudati permette di concentrarsi sulla crescita di nuovi interpreti, per fornire ai talenti interni occasioni per perfezionare i ruoli più impegnativi, nell’ottica di creare, al fianco delle grandi étoile, altrettanto interessanti cast della casa, capaci di entrare nel cuore del pubblico.

Ed ecco allora il ritorno di Giselle, tra aprile e maggio, nella storica versione in repertorio alla Scala a cura di Yvette Chauvirè, che riporta in scena per tre recite la coppia Bolle-Zakharova e per le altre quattro sarà nuovamente vetrina per gli artisti scaligeri; allo stesso modo, Il lago dei cigni di Rudolf Nureyev: programmato in due diversi momenti, a luglio e a ottobre, vedrà protagonista Natalia Osipova per tre recite di luglio, passando poi il testimone ai ballerini di casa per tutte le recite successive. A novembre 2013, la ripresa di L’historie de Manon di Kenneth MacMillan vedrà Svetlana Zakharova in debutto nel ruolo di Manon, insieme a Roberto Bolle nuovamente nel ruolo di Des Grieux; altre recite vedranno cimentarsi in questa produzione Natalia Osipova; accanto a loro, e nelle successive recite, i vari ruoli protagonisti e comprimari vedranno impegnati i ballerini scaligeri.

L’incontro con Sasha Waltz, che ha accolto con entusiasmo la proposta di lavorare per la prima volta con il Corpo di ballo scaligero, metterà a confronto la Compagnia con una diversa creatività e una nuova visione teatrale; anche il training con Martha Clarke, per la creazione di L’altra metà del cielo, su musica e drammaturgia di Vasco Rossi, è stata vissuta come una esperienza formativa e di accrescimento. Il lavoro fatto per questa creazione, pensata proprio per stimolare un incontro inedito fra culture teatrali e musicali diverse, ha avuto in un pubblico del tutto nuovo risposte che meritano riflessione.
Dopo sette recite in tutto esaurito, la coreografia verrà riproposta, all’interno della nuova stagione, per sette recite nel mese di settembre 2013.

Makhar Vaziev

Direttore del Corpo di Ballo del Teatro alla Scala

Alla Scala cinque Premi Abbiati

L’Associazione Nazionale Critici Musicali ha assegnato cinque Premi “Abbiati” a produzioni e artisti impegnati alla Scala nel 2011.

Quartett di Luca Francesconi, nuova opera commissionata dalla Scala e andata in scena tra aprile e maggio con la regia di Alex Ollé e la direzione di Susanna Mällki, ha avuto il premio come migliore Novità assoluta. Per Scene e costumi è stato premiato il lavoro di Tom Pye e Chloe Obolensky per Death in Venice di Benjamin Britten nella regia di Deborah Warner, spettacolo risultato anche campione di incassi nella storia della Scala (€ 281.154). Daniel Harding è stato premiato come miglior Direttore per le sue interpretazioni del dittico Cavalleria rusticana / Pagliacci (gennaio-febbraio) e le sue direzioni sinfoniche con la Filarmonica della Scala, la Mahler Chamber Orchestra, l’Orchestra Regionale Toscana e l’Orchestra della Radio Svedese. Due premi come migliori Cantanti sono andati rispettivamente: a Joyce DiDonato per le sue diversamente straordinarie interpretazioni in Der Rosenkavalier di Strauss (ottobre) e La donna del lago di Rossini (ottobre-novembre); a John
Graham-Hall per il suo eccezionale Aschenbach in Death in Venice di Britten
(marzo). John Graham-Hall è già in prova nella nuova produzione di Peter Grimes che debutta alla Scala il 19 maggio. Daniel Harding e Joyce DiDonato sono in cartellone nella Stagione 2012-2013 che verrà presentata al pubblico venerdì 20 aprile.

SCIOPERO

“L’altra metà del cielo”
Sabato 31 marzo 2012

Il Teatro alla Scala è spiacente di dover annunciare che la prima rappresentazione del balletto “L’altra metà del cielo”, su coreografia di Martha Clarke, progetto e musiche di Vasco Rossi, prevista per sabato 31 marzo, non potrà andare in scena a causa di uno sciopero indetto dalla Segreteria Territoriale e RSA SLC-CGIL.

I biglietti saranno rimborsati secondo le modalità qui sotto illustrate.

Ci scusiamo per il disagio arrecato.

Acquisti allo sportello, tramite Internet, prenotazione telefonica

I biglietti dovranno essere spediti o restituiti entro il 6 aprile 2012 alla Biglietteria Centrale (Galleria del Sagrato), Piazza Duomo – 20121 Milano, aperta dalle ore 12 alle ore 18 tutti i giorni.

In caso di consegna il rimborso è contestuale; in caso di spedizione il rimborso avverrà esclusivamente mediante invio di assegno circolare all’indirizzo indicato dal cliente.

Contestualmente alla restituzione del biglietto presso la Biglietteria Centrale, sarà possibile chiedere l’eventuale sostituzione con un’altra serata del medesimo spettacolo.

Per ulteriori informazioni: Servizio Infotel 02 72 00 37 44

CAMBIO DIRETTORE “DIE FRAU OHNE SCHATTEN”

A causa di un improvviso intervento chirurgico, il Maestro Semyon Bychkov è costretto a rinunciare alla direzione di Die Frau ohne Schatten di Richard Strauss in preparazione alla Scala e al debutto l’11 marzo prossimo. Il Maestro Bychkov tiene comunque a confermare il suo impegno per i tre concerti sinfonici del 19, 21 e 22 marzo, impegno consentito dallo scadere della convalescenza per quelle date.

Sul podio della nuova produzione di Die Frau ohne Schatten, per la regia di Claus Guth, salirà Marc Albrecht, figlio d’arte, nuovo direttore musicale dell’Opera di Amsterdam, già stimato interprete di Strauss e acclamato in diverse produzioni recenti.

Il Teatro alla Scala è spiacente di dover comunicare che a causa di uno sciopero

indetto dalla sola RSA CGIL sulla sera di domenica 12 febbraio, il concerto

sinfonico delle ore 20, diretto dal Maestro Marko Letonja, non sarà eseguito.

Modalità di rimborso:

– Acquisti allo sportello, tramite Internet, prenotazione telefonica:

I biglietti dovranno essere spediti o restituiti dal cliente, entro il giorno 18 febbraio 2012,
alla Biglietteria Centrale (Galleria del Sagrato), Piazza Duomo – 20121 Milano, aperta dalle ore 12 alle ore 18 tutti i giorni. In caso di consegna il rimborso è contestuale, in caso di spedizione il rimborso avverrà esclusivamente mediante invio di assegno circolare all’indirizzo indicato dal cliente.

– Abbonati Stagione Sinfonica 2011~2012 – Turno B:

Il rimborso della quota relativa allo spettacolo avverrà tramite assegno circolare inviato all’indirizzo comunicato al momento della sottoscrizione dell’abbonamento.

Per ulteriori informazioni: Servizio Infotel 02.7200.3744

Il Teatro alla Scala e la Filarmonica della Scala sono costretti ad annunciare, con profondo rammarico, che per motivi di salute il Maestro Esa-Pekka Salonen non potrà dirigere i concerti previsti il 6, l’11, il 12 e il 13 febbraio prossimi.

Il Maestro Marko Letonja, impegnato con successo nelle recite di Les contes d’Hoffmann fino al 5 febbraio, ha dato la sua disponibilità a prolungare in via eccezionale la sua presenza, confermando quasi completamente anche il profilo dei programmi inseriti nella Stagione Sinfonica del Teatro.

Negli appuntamenti dell’11, 12 e 13 febbraio verranno infatti eseguiti i brani già previsti – suite de Il mandarino meraviglioso op. 19 di Bartók, Italia mia di Luca Lombardi, nuova composizione commissionata dal Teatro alla Scala per i 150 anni dell’Unità del Paese, Prélude à l’après-midi d’un faune di Debussy – con l’unica eccezione del Poème de l’extase op. 54 di Skrjabin, sostituito da Daphnis et Chloé suite n. 2 di Ravel.

Nel concerto di lunedì 6 febbraio, per la Stagione della Filarmonica della Scala, Esa-Pekka Salonen sarà sostituito da Daniel Harding – che ha diretto pochi giorni fa il primo concerto della Filarmonica nel nuovo anno e in giugno guiderà l’orchestra in tournée a Dresda e a Bonn – con una variazione nella prima parte del programma.

Il nuovo impaginato prevede l’esecuzione del Concerto per pianoforte e orchestra n. 1 in re min. op. 15 di Johannes Brahms, con la partecipazione del pianista Lars Vogt, e di Le Sacre du Printemps di Igor Stravinskij. La Filarmonica della Scala ringrazia i Maestri Harding e Vogt per la loro amichevole disponibilità.

RINVIATO IL RECITAL DI DANIELA BARCELLONA

Per una improvvisa indisposizione, DANIELA BARCELLONA è costretta a rinviare il suo concerto di canto, previsto per lunedì 16 gennaio.

Il recital avrà luogo il 2 aprile 2012, con il medesimo programma.

Nota al pubblico per sostituzione biglietti

Gli Abbonati ai Concerti di Canto potranno accedere in Teatro lunedì 2 aprile 2012 con la tessera di abbonamento.

Per i biglietti acquistati on line, telefonicamente o agli sportelli:
i biglietti potranno essere sostituiti o rimborsati presentandosi entro lunedì 23 gennaio in Biglietteria dalle ore 12 alle ore 18.
Sarà anche possibile spedire i biglietti alla Biglietteria Centrale – Duomo, Galleria del Sagrato, Piazza del Duomo, Stazione Metropolitana Duomo, 20121 Milano indicando la propria preferenza. Rimborsi o sostituzioni verranno recapitati al domicilio indicato.

La Direzione del Teatro alla Scala

Concerti Stagione Sinfonica 2011 ~ 2012

Filarmonica della Scala

16, 18, 19 ottobre 2011

Direttore

Philippe Jordan

Johannes Brahms
Sinfonia n. 3 in fa magg. op. 90

Béla Bartók
Concerto per orchestra

16, 17, 19 novembre 2011

Filarmonica della Scala
Coro del Teatro alla Scala

Direttore

Daniel Barenboim

Wolfgang Amadeus Mozart
Serenata in do min. K 388
per fiati

Giuseppe Verdi
Quartetto
versione per orchestra d’archi

Quattro pezzi sacri
Adriana Damato, voce sola

Maestro del Coro
Bruno Casoni

Concerti Stagione Sinfonica 2011 ~ 2012

Orchestra e Coro del Teatro alla Scala

Gustav Mahler
Sinfonia n. 2 in do min. “Resurrezione”
per soprano, contralto, coro e orchestra
Anja Harteros, soprano
Anna Larsson, contralto

22 dicembre 2011

Concerto di Natale

Direttore

Gustavo Dudamel

Maestro del Coro
Bruno Casoni

Con il sostegno di

Filarmonica della Scala

Bela Bartók
Il mandarino meraviglioso op. 19
suite

Luca Lombardi
Italia mia
per soli, voce recitante e orchestra
(prima esecuzione assoluta
commissione del Teatro alla Scala)
Gabriele Lavia, voce recitante

Claude Debussy
Prélude à l’après-midi d’un faune

11, 12, 13 febbraio 2012

Direttore

Esa-Pekka Salonen

Aleksandr Skrjabin
Le poème de l’extase op. 54

Con il sostegno di

Concerti Stagione Sinfonica 2011 ~ 2012

Filarmonica della Scala

Filarmonica della Scala

19, 21, 22 marzo 2012

Direttore

Semyon Bychkov

Arnold Schönberg
Verklärte Nacht op. 4
versione per orchestra d’archi

Johannes Brahms
Sinfonia n. 2 in re magg. op. 73

15, 16, 18 aprile 2012

Direttore

Riccardo Chailly

Pianoforte

Stefano Bollani

Maurice Ravel

Alborada del gracioso

Concerto in sol
per pianoforte e orchestra

George Gershwin
Catfish Row
suite da “Porgy and Bess”

Maurice Ravel
La Valse
poème chorégraphique

Stagione 2011-2012

La Stagione 2011-2012 del Teatro alla Scala si compone di 19 spettacoli, 13 di Opera e 6 di balletto.

Per l’Opera, sette sono le nuove produzioni della Scala e quattro le riprese, più due spettacoli ospiti.

Per il Ballo, due sono le nuove produzioni e quattro le riprese, per sette titoli coreografici.

La produzione si attesta su un totale di 274 alzate di sipario, fra Opera, Balletto, Concerti sinfonici, da camera e di canto, Ospitalità, Manifestazioni Speciali, attività in sede e fuori sede.

I complessi artistici della Scala terranno 15 serate in tournée internazionali:
Mosca, Teatro Bol’šoj, Messa da Requiem di Verdi (12 novembre 2011); Mosca, Teatro Bol’šoj, Excelsior (15-22 dicembre 2011); Lucerna, Messa da Requiem (29 agosto 2012); Salisburgo, Messa da Requiem (1 settembre 2012). Mosca, Teatro Bol’šoj, Don Giovanni (6, 8, 10 settembre 2012); Oman, Giselle (10, 11, 12 novembre 2011). Cui si aggiungono sei date in tournée nazionale: Treviso (3, 4 dicembre 2011); Ravenna (9, 10 dicembre 2011), Reggio Emilia (26, 27 dicembre 2011), L’occasione fa il ladro.

Il numero di spettatori per la Stagione 2010-2011 è stato di 449.918, quello stimato per il 2011-2012 è di circa 473.000.

Di questi, 76.500 sono giovani di età inferiore ai 30 anni.

Gli abbonati sono 15.771 nella Stagione 2010-2011, e stimati in 16.626 nel 2011-2012.

Il record assoluto di incassi per una serata è stato registrato il 19 marzo 2011 con l’opera Death in Venice di Britten: 281.154 euro.

Sintesi dei protagonisti della Stagione 2011/2012
(in ordine cronologico di apparizione)

Direttori d’Opera
Barenboim, Letonja, Wellber, Bychkov, Battistoni, Luisotti, Ticciati, Noseda, Luisi, Mazzola,
Rustioni, Dudamel.

Direttori di Concerti
Jordan, Barenboim, Dudamel, Salonen, Bychkov, Chailly, C. Abbado, Nelsons

Registi
Carsen, Zeffirelli, Guth, Strehler, Bondy, Jones, Martone, Pelly, Miller, Cassiers.

Cantanti principali
Mattei, D’Arcangelo, Netrebko, Garanča, Frittoli, Terfel, Vargas, Gubanova, Shimmel, Abdrazakov, D’Intino, Dyka, De Leon, Dobber, Maestri, Botha, Magee, Schuster, Struckmann, Capitanucci, Röschmann, Kurzak, Murray, Serafin, Berti, Gagnidze, Ainsley, Palmer, Kowaljow, Álvarez, Barcellona, Youn, Nucci, Mosuc, Dessay, Polenzani, Lafont, Beczala, Ryan, Larsson, Stemme, Grigolo, Gheorghiu, Spotti, Yende

Compositori della Stagione d’Opera
Mozart (2), Offenbach, Verdi (3), Strauss, Puccini (2), Britten, Massenet, Donizetti, Wagner.

Compositori della Stagione di Concerti
Brahms, Bartók, Verdi, Mahler, Lombardi, Debussy, Skrjabin, Schönberg, Ravel, Gershwin, Beethoven, Liszt, Chopin, Čajkovskij.

Strumentisti solisti dei Concerti
Bollani, Barenboim, Pollini

Cantanti solisti dei Concerti
Damato, Royal, Larsson, Polaski, Harteros, Gubanova, Vogt, Mattei, Barcellona, Bostridge, Devia, Gruberova, Garanča, Pape Villazón

Coproduzioni
Royal Opera House, Londra; Metropolitan Opera, New York; Bayerische Staatsoper, Monaco; Théâtre du Capitole, Toulouse; Staatsoper unter den Linden, Berlino; Wiener Festwochen, Vienna

LA STAGIONE DI BALLETTI 2011-2012

di Makhar Vaziev

Quest’anno, in dicembre, quando per tradizione va in scena il primo titolo di balletto, la compagnia non sarà alla Scala: invitata al Teatro Bol’šoj, nell’ambito del protocollo di scambio culturale con il Teatro alla Scala, sarà il primo Corpo di Ballo straniero a esibirsi sullo storico palcoscenico dopo il restauro, suggellando le iniziative ufficiali per l’Anno della cultura e delle lingua italiana in Russia

La nuova stagione parte quindi all’insegna di una delle innate vocazioni della compagnia: le tournées, occasione prestigiosa e di grande responsabilità per presentare nel mondo la qualità italiana. E avverrà con uno dei balletti più rappresentativi dello spirito italiano in danza: Excelsior.
Andato in scena alla Scala la prima volta nel 1881 (libretto e coreografia di Luigi Manzotti, musica di Romualdo Marenco e scene di Alfredo Edel), il balletto celebrava il trionfo della Luce e della Civiltà sull’Oscurantismo, e le conquiste del Progresso scientifico che affratella i popoli. Fu un successo assoluto, con oltre 100 repliche sin dalla prima stagione, e proprio per la sua valenza simbolica, incarnazione dello spirito dei tempi, innumerevoli tournées in tutto il mondo. La nuova edizione del 1967 (regia di Filippo Crivelli, coreografia di Ugo Dell’Ara, rivisitazione musicale di Fiorenzo Carpi, scene e costumi di Giulio Coltellacci), alla Scala dal 1974, non tradisce la sua vocazione internazionale. Già protagonista del grande successo a Parigi nel 2002, sarà appunto Excelsior, al ritorno da Mosca, ad aprire in gennaio la nuova stagione 2011 – 2012, dopo dieci anni di assenza dal palcoscenico scaligero.

La programmazione del 2012 si svilupperà su sei appuntamenti e sette titoli che vedranno, accanto ad alcune riprese, una nuova creazione destinata alla compagnia, in prima assoluta, e un ulteriore ingresso in repertorio. Novità dunque, di stili e di progettualità creativa, che saranno di stimolo, così come le riprese e la storia. Excelsior, una produzione che coinvolge la compagnia in uno spettacolo completo, non solo balletto in senso stretto, rappresenta per il pubblico e per i danzatori il recupero di un passato che non ha perso il suo fascino.

A febbraio con Giselle si rinnoverà la magia di una coppia ormai entrata nel cuore del pubblico:
Roberto Bolle ritroverà Svetlana Zakharova, che proprio con questo balletto aveva dato le sue ultime rappresentazioni e che con lo stesso titolo torna ora alla Scala dopo la maternità; mentre a marzo Leonid Sarafanov e Olesia Novikova per la prima volta mostreranno al pubblico scaligero la loro interpretazione.

La novità assoluta per la stagione 2011-2012 intercetterà un pubblico giovane, aperto alle contaminazioni e ai mix meno convenzionali, quel pubblico che ha affollato le recite di Pink Floyd

Ballet e che ora verrà coinvolto in un progetto inedito sul piano narrativo, registico e musicale incentrato sull’universo femminile, agile nella concezione e pronto a un futuro di tournée. Per L’altra metà del cielo Vasco Rossi ha sviluppato una storia da interpretare in danza su una nuova dimensione delle sue canzoni, registrate per l’occasione con un arrangiamento orchestrale. A muovere la compagnia sarà Martha Clarke, coreografa e regista poliedrica, dall’indole ironica, stravagante e provocatoria.

Tra storia e novità, il dittico in programma a maggio simbolicamente riunisce le due anime della stagione: Marguerite and Armand di Frederick Ashton esalta la grande scuola di tradizione inglese e riporta alla memoria l’indimenticabile liaison teatrale di Margot Fonteyn e Rudolf Nureyev che proprio alla Scala in questo balletto ottennero, nel 1966, un vero trionfo e che vedrà ora impegnati Svetlana Zakharova, Roberto Bolle e Massimo Murru; Concerto DSCH – in prima rappresentazione per il Balletto scaligero – mostrerà l’originalità di uno dei più interessanti e talentuosi coreografi del
panorama attuale, con il quale mi auguro si possano creare le basi per un futuro progetto per la nostra compagnia: Alexei Ratmansky. Un balletto pieno di energia, lirismo, virtuosismi e profonda musicalità, creato con grande successo nel 2008 per il New York City Ballet sul Concerto No. 2 in Fa maggiore, Op. 102 di Dmitrij Šostakovič, il cui nome in Germania viene abbreviato, usando quattro note musicali, D.Sch.

A settembre con Onegin si ritorna, come per Giselle, a titoli, personaggi e storie appassionanti che hanno preso il volto e il cuore delle étoiles che nel corso delle recenti stagioni li hanno incarnati, come Roberto Bolle e Maria Eichwald, nuovamente insieme per questo capolavoro di John Cranko.
A ottobre, quasi a chiudere il cerchio che ha visto nel centro della stagione le nuove produzioni, la programmazione si completerà con un titolo che, come Excelsior, ha il sapore del recupero dei fasti di un’epoca: Raymonda, nella versione più fedele all’originale, che andò in scena con successo trionfale a San Pietroburgo nel 1898, su musica di Aleksandr Glazunov e coreografia di Marius Petipa. Un lavoro importante di ricostruzione, dalle notazioni coreografiche custodite negli archivi di Harvard e dai bozzetti e figurini originali, resi disponibili dal Museo e dalla Libreria Teatrale di Stato di San Pietroburgo, che vede la luce alla Scala nell’autunno 2011 e che anche nel 2012 vedrà protagonisti, per alcune recite, Massimo Murru e Olesia Novikova.

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